Jeff Bezos potrebbe essere il primo trilionario del mondo

Jeff Bezos potrebbe essere il primo trilionario del mondo

Trilionario. Un appellativo che lascia parecchi di noi non solo a bocca spalancata, ma pure sgomenti, di fronte all’eventualità di possedere un patrimonio di tal fatta. E invece c’è chi, come Jeff Bezos, potrebbe presto aggiudicarsi il titolo di uomo più facoltoso al mondo. La news deriva da una ricerca che pronostica, per l’Amministratore Delegato di Amazon, il raggiungimento del trilione (ndr), entro il 2026.

1000 miliardi di dollari: presto la cifra in possesso di Bezos potrebbe svettare oltre l’immaginabile, grazie anche alla sostanziosa spinta ricevuta in virtù del lockdown, imposto dal Coronavirus

Amazon ha incrementato infatti vendite e azioni, misurando una notevole espansione sul mercato azionario. Da qualche giorno, se ne vocifera su Twitter: un traguardo, che renderebbe l’uomo più ricco del pianeta, ancora più ricco.

Le rilevazioni effettuate da Comparisun

Secondo Comparisun, piattaforma di consulenze per piccole imprese, Jeff Bezos, nel giro di breve termine, potrebbe toccare l’Olimpo della prosperità. Nonostante il recente divorzio, che ha previsto un esborso di ben 38 miliardi, i suoi possedimenti – paradossalmente – sarebbero aumentati (parliamo della cifra al netto) del 34%, negli ultimi cinque anni.

Nella top ten della fantomatica classifica, tra i Paperoni troviamo anche Bernard Arnault e Mark Zuckerberg (rispettivamente posizionati ‘soltanto’ in settima e ottava posizione). Questione, tuttavia, di tempo… il numero 1 di Facebook potrebbe diventare trilionario, con dieci anni di ritardo, rispetto al più attempato CEO di Amazon. Al secondo posto, con alte possibilità di raggiungere somme da capogiro (nel 2027), svetta il magnate cinese Xu Jiayin.

Amazon da record durante il lockdown

E, in effetti, Bezos figura tra gli uomini americani più benestanti, già dal 1998. In quell’anno fu Forbes a inserirlo nella lista dei 400 statunitensi più facoltosi. Allora il suo ‘tesoretto’ ammontava a 1,6 miliardi di dollari. Il confronto con i numeri attuali è impietoso. Sempre secondo la rivista statunitense, trattasi di una stima di 145,4 miliardi. Un conto, che va già aggiornato, date le entrate record, registrate in periodo di quarantena.

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