A settembre tutti in classe, ‘in presenza e in sicurezza’
Le scuole italiane riapriranno il 14 settembre. Ad annunciarlo, il Governo, con tanto di finanziamenti al seguito: “almeno un miliardo di euro“, per l’attuazione di nuove misure di sicurezza.
Finalmente l’accordo è stato raggiunto. Le autorità, regionali e locali, hanno concesso il là alla ripresa delle lezioni, con l’avvio del nuovo anno scolastico, dopo la catastrofe provocata, nel marzo scorso, dal Coronavirus.
Un ‘brindisi alla vittoria’, senza dubbio sudato.
Una prima bozza dei nuovi orientamenti è stata respinta dalle Autorità Regionali e dall’Associazione Nazionale dei Presidi, nella richiesta di istruzioni più chiare e maggiori aiuti finanziari.
“Stiamo stanziando un miliardo di euro, per investimenti extra nelle scuole, per renderle più moderne, sicure e inclusive”, ha annunciato il Primo Ministro, Giueppe Conte, in conferenza stampa. Lo stesso 26 giugno, il Premier ha proseguito, specificando: “Il finanziamento deve consentirci di ricominciare da settembre, in completa sicurezza“.
Nuove Linee Guida
Conte, insieme a Lucia Azzolina, ministro dell’istruzione, ha annunciato la messa in atto di nuove linee guida, che includono posti a sedere per gli studenti (distanti un metro, circa, tra le ‘rime buccali’ dei ragazzi); classi ripartite in piccoli gruppi ed orari di entrata scaglionati.
A tal proposito, il Ministero si è attivato, mettendo a punto un ‘cruscotto’. Un sistema informatico – cioè – che, incrociando i dati relativi ad aule, laboratori, palestre disponibili con il numero degli alunni, determini l’adeguata distanza da tenere.
Agli insegnanti, si domanda la disponibilità a tenere lezioni il sabato, anche se l’ipotesi costituisce già un dato di fatto, in parecchie realtà.
L’apprendimento a distanza, sperimentato durante il blocco, rimane una possibile opzione per gli alunni delle scuole superiori, specifica Azzolina. La quale, orgogliosa, ribadisce: “Le Linee guida sono il frutto di un lungo confronto e di una condivisione con gli attori del mondo della scuola, comprese famiglie e studenti; con le Regioni, gli Enti locali. Ci consentono di fare un lavoro che non guarda solo alla riapertura, ma anche al futuro… Abbiamo le risorse economiche, gli strumenti, possiamo far sì che la riapertura sia anche volano di innovazione.”
La scuola fuori dalla scuola
Il Ministro si spinge, quindi, oltre: “Vogliamo anche portare la scuola fuori dalla scuola. Accompagneremo gli studenti nei cinema, nei teatri e nei musei e faremo in modo che respirino cultura. Possiamo portare i più piccoli al parco, quando il tempo lo permette, per le lezioni.”
“Stiamo offrendo soluzioni chiare, ma flessibili: ogni scuola è strutturalmente diversa dall’altra, dobbiamo tenerne conto.” E, intanto, già paventa un ampliamento dell’organico. “Tra docenti e personale ATA, 50mila persone in più“.
“Per motivi di sicurezza, abbiamo bisogno di spazio“, sottolinea. Del resto, secondo i dati riportati dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, esistono circa 3mila edifici dismessi, che possono essere recuperati: “Non possiamo tornare alle classi pollaio“.
Il finanziamento – cospicuo – serve a coprire, tra l’altro, le spese di una didattica ‘meno frontale e più laboratoriale’. Così vien detto.
“Le scuole non hanno mai visto così tanti soldi“, ha aggiunto, in conclusione, Azzolina, rendendo noto che gli insegnanti riceveranno un bonus, a luglio, compreso tra gli 80 e i 100 euro. Una sorta di “riconoscimento… – dovuto – poiché gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa“.
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