Abbronzatura? No ‘fai da te’. E’ tempo di proteggersi

Abbronzatura? No ‘fai da te’. E’ tempo di proteggersi

Poche regole, da seguire, tuttavia, indiscriminatamente… perché il Sole non è più quello di un tempo e la pelle, specchio del nostro stato di salute, ne risente. Vediamo allora quando, armati, dell’immancabile voglia di tintarella, ci rechiamo in spiaggia, cosa dobbiamo ricordare, per un risultato, a prova di bruciatura…

Individuare il proprio fototipo

La sensibilità della cute alle radiazioni varia – forse non tutti lo sanno – a seconda del fototipo di appartenenza. Il primo passo, dunque, è individuarne la matrice, per poter poi agire di conseguenza. C’è chi rientra tra coloro che possiedono capelli chiarissimi, quasi albini: i più delicati. Al secondo ‘livello’ si posizionano coloro che, capelli e occhi chiari, appartengono alla razza caucasica/nord europea. Capelli, pelle e occhi scuri, per la terza e quarta declinazione dell’incarnato. I Mediterranei, per intenderci. Le ultime due categorie, infine, presenatno pelle, capelli e occhi decisamente scuri, caratterizzati da tratti asiatici e africani.

I rischi di un’esposizione sbagliata

Agguerriti proseliti dell’abbronzatura, triste ammetterlo, ma troppo Sole invecchia. Photoaging e melanoma, con un’esposizione prolungata, sono dietro l’angolo. Con questo, al di là del fattore estetico, bisogna fare i conti. Scottature, eritemi… trovano come unica ‘barriera protettiva’ i filtri e quell’attenzione, necessariamente dettata dal buon senso.

Una tintarella graduale

L’Organizzazione Mondiale alla Sanità classifica le radiazioni ultraviolette, alla pari del fumo, come carcinogeni completi. Ecco, dunque che, per tutti, l’esposizione si raccomanda graduale, in modo da consentire alla pelle di attivare la melanina, in maniera naturale. È essenziale evitare di prendere il Sole durante le ore centrali della giornata. Proteggere i più piccoli ne costituisce poi – inutile sottolinearlo – la naturale conseguenza.

Le creme più indicate

Il ruolo di migliori alleate alla ‘testa sulle spalle’ lo ricoprono le creme solari. Vanno scelte, in base al fototipo di cui si fa parte, con filtri adeguati, per i raggi UVA e UVB. Bisogna sempre tenere a mente che ci si abbronza anche con fattori di protezione elevati. Il colorito appare più lentamente, vero, ma risulta più uniforme e duraturo. Da notare: le creme vanno utilizzate anche quando si è già abbronzati. La cute, sia pur abituata, non è comunque protetta dall’azione degli UV. Per lo stesso motivo, perciò, ci si trovi ai tropici, piuttosto che ad alta quota, è necessario servirsi dei giusti prodotti.

Tempi e modi di applicazione

Più volte al giorno: il corretto dosaggio dei fattori protettivi si determina da sé. La Comnunità Europea, a tal proposito, raccomanda 36 grammi ad applicazione, circa 6 cucchiai colmi di prodotto. Il numero di queste ultime è, naturalmente, influenzato dal fattore di protezione solare o SPF, dal numero delle volte in cui ci si getta in acqua e dall’attività fisica. Con il sudore o con i bagni – ricordiamo – il prodotto tende a defluire. Si rendono necessarie, pertanto, nuove applicazioni, ogni 2-3 ore. Attenzione, poi, a orecchie, naso, spalle, cuoio capelluto, piedi e la zona posteriore delle ginocchia. Quelle che definiamo ‘zone nascoste’ rappresentano le parti più a rischio.

L’abbigliamento indicato fa la differenza

Al di là delle creme, contano anche gli indumenti. Un cappello a falda larga, una camicia a maniche lunghe, pantaloni lunghi.. sono tutti attributi che difendoni dai raggi UV, stando anche ad umidità, colore e fibre. Un tessuto bagnato, chiaro e di cotone – ad esempio – è meno efficace nel proteggere dagli ultravioletti, rispetto a uno asciutto, scuro e in fibre ‘fitte’. Non dimenticate, poi, gli occhi. Gli occhiali da Sole hanno la facoltà di ridurre gli eventuali danni, tanto che l’Unione Europea li classifica come dispositivi di protezione individuale. Infine, approfittate dell’ombra naturale di alberi, tettoie, ombrelloni. L’esposizione indiretta non è meno efficace di quella più sfacciata. Ps. Se i capelli scarseggiano, munitevi assolutamente di cappello.

Lampade pre-abbronzatura: si o no?

Una seduta, di circa 20 minuti, di lettino abbronzante equivale, come intensità, ad 8 ore di esposizione, sotto il cielo cocente di agosto. Secondo il decreto del Ministero della Salute, l’operatore del centro estetico è tenuto a stilare una scheda individuale, in cui annotare età, caratteristiche somatiche, eventuali problematiche di salute e ulteriori informazioni, qualora siano necessarie, prima di sottoporre il cliente alla seduta di abbronzatura artificiale. La lampada, inoltre, è vietata ai minori di 18 anni, alle donne in stato di gravidanza, ai soggetti con cute sensibile o colpiti da tumori della pelle.

Bagnarsi – ogni tot – è indispensabile

Un’ultima annotazione, non meno rilevante delle altre. Esporre il corpo, per un numero protratto di ore ai raggi solari, favorisce la vasodilatazione. Necessrio – quindi – bagnare spesso le gambe, per evitare la ritenzione idrica. Ogni quanto bagnarsi? 45 minuti di esposizione equivalgono a 5 minuti in mare. Passeggiando o meno, poco importa; indispensabile, in qualunque caso, rinfrescarere la testa.

LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI NELLA SEZIONE CONSIGLI E GUIDE

Commento all'articolo