Storia del Museo… che non venne mai edificato
“Roma è una città antifascista. Nessun fraintendimento in merito“. Sentenzia così, la sindaca, Virginia Raggi. E l’idea della vicepresidente della commissione Cultura in Campidoglio, Gemma Guerrini, naufraga in un nulla di fatto.
La diretta interessata motiva , in questo modo, la propria istanza: “Ho ragionato prima da storica e poi da politica“. Tant’è.
Quello che era destinato, almeno in teoria, a diventare “un grande Museo” che “funga da polo attrattore per scolaresche, curiosi, appassionati, ma anche turisti da tutto il mondo” resterà una chimera. La proposta, secondo la pentastellata, nasce dalla “necessità di contrastare il negazionismo e l’ignoranza ancora diffusa, su fatti accaduti nella prima metà del Novecento, in Italia“. Encomiabile l’intento. Meno, le polemiche che ne sono scaturite.
Mozione, dunque, bocciata. E, del resto: “Stavo già valutando se ritirarla – spiega Guerrini – il Paese non è pronto a fare i conti con la Storia“.
Stiamo parlando, per chi non lo sapesse, della mozione, lanciata da tre consiglieri 5 Stelle, di un Museo del Fascismo. Una ‘permanente’, atta a contrastare – secondo le intenzioni – i rigurgiti neofascisti più recenti, nella Capitale.
Tra i detrattori più accaniti – inutile sottolinearlo, in prima fila gli esponenti del Pd – Anpi che, attraverso un comunicato stampa, ha manifestato apertamente il proprio sdegno. Il timore è che la trovata potesse trasformarsi in una sorta di maosoleo per nostalgici. Ferma la posizione, anche tra le file degli intellettuali romani – tra questi Manconi e Recalcati – che si sono appellati, attraverso le pagine di Repubblica, affinché il Comune desse un stop definitivo all’iniziativa.
Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, così commenta: “Museo del fascismo a Roma? No, grazie, anche senza grazie“. Non se ne sentiva proprio il bisogno, neppure per la Comunità Ebraica: “Non esistono le premesse culturali per costruire un Museo, in un Paese che non è riuscito a fare i conti con la propria storia“, notifica.
“Agli esponenti dell’Intellighenzia di sinistra vorrei dire che la Storia va scritta senza pregiudizio“, si difende la paleontologa. “Se dobbiamo leggere e studiare i documenti… dobbiamo affrontare pagine scomode…“
Tutto giusto. Ma l’amministrazione capitolina non ha tuttavia perso tempo. Il niet non si è fatto attendere. Capitolo chiuso, con buona pace di favorevoli e contrari.
Ci tiene, nel frattempo, a chiarire Guerrini: “il caso non si pone, perché io la mozione la ritiro, come avevo già deciso molto prima che si pronunciasse Lei (Raggi ndr.), per evitare che la strumentalizzazione facesse il suo corso“.
LEGGI ANCHE: Marinetti e quel libro sulla cucina futurista
Commento all'articolo