‘Au revoir’ Sardegna: lo spettro della chiusura per un’estate che non è mai decollata

‘Au revoir’ Sardegna: lo spettro della chiusura per un’estate che non è mai decollata

Tutti a casa. E in velocità. Gli hotel sardi provano a resistere. Ma rispetto alle cifre dello scorso anno, nel medesimo periodo, rischiano di lavorare con una percentuale in meno di turisti del 70-80%.

Ci sono tutte le condizioni per far capire che il clamore mediatico sulla Sardegna è ingiustificato e che, nell’isola, si può trascorrere una vacanza tranquilla e sicura – spiega Paolo Manca, presidente di Federalberghima, se non si raggiunge almeno il 35%, molti saranno costretti a chiudere prima del tempo, sull’onda di quello che sta succedendo alle discoteche“. E così è, nonostante il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte non obblighi nessuna struttura a dire stop.

Caprera

I proprietari delle diverse attività ricreative “Sono preoccupati per l’emergenza nazionale del Covid-19 e hanno affrontato la situazione con spirito di servizio“, constata, suo malgrado, Manca.

Caso, fomentato dai fatti degli ultimi giorni. Il Billionaire, il 17 agosto chiude, in seguito all’alto tasso di contagi. Ai 60 casi di Coronavirus, rintracciati tra i dipendenti del locale, si aggiunge il nome, altisonante, di Flavio Briatore, diretto proprietario dell’attività che, da lunedì, si trova ricoverato presso il San Raffaele di Milano (per altro, dimissioni in mattinata, ndr). Da qui, una lunga lista di personalità note, che avrebbero contratto il virus, proprio durante le serate di movida. Conseguente alle denunce, la decisione di indagare più a fondo, nell’idea di rintracciare i nominativi dei 10 mila clienti, frequentatori delle ultime settimane. Una corsa ad ostacoli, dal momento che in molti – è risultato – avrebbero rilasciato nomi e numeri di telefono falsi. “La Procura aprirà un’inchiesta su questo“, avverte Pierpaolo Sileri, Vicemistro alla Salute.

Ma, digressione chiusa, torniamo a noi.

Difficile fare un discorso basandosi sulle prenotazioni: “Questo è stato l’anno del last minute. La gente chiama tre, quattro giorni prima dell’arrivo. È chiaro che ora il clamore mediatico sulla Sardegna si sta allargando alla stampa estera e questo rischia di bloccare le vacanze, soprattutto degli stranieri. Ma bisogna far capire che la Sardegna non è l’epicentro del Covid e che i numeri sono in linea con quelli normali, se consideriamo che, oltre i residenti, ci sono anche i turisti“.

Differente è il discorso per chi dirige Hotel in funzione tutto l’anno, come quelli, ad esempio, presenti nelle città: “restano aperte le poche strutture che hanno clienti per ragioni di necessità, legate alle attività consentite dall’ultimo Dpcm; che accolgono persone che lavorano, parenti di ammalati, personale di pubblica sicurezza“. Un quadro desolante, che mette in coda anche la grande incertezza che riguarda gli ‘stagionali’. “Avevano preventivato l’apertura tra la fine di marzo e il 1 maggio”. Poi è andata come è andata. Un nulla di fatto, in sintesi, che non accenna a segni di miglioramento. L’appello – dunque – prosegue: “E se consideriamo che ci sono stati comportamenti irresponsabili, (va chiarito che è, ndr.) da parte dei turisti. Non certo negli alberghi, che invece hanno adottato e adottano misure che fanno stare l’ospite al sicuro. Bisogna far capire subito che c’è un prodotto appetibile, ora più che mai. E che i turisti che vengono a settembre avranno a disposizione spazi e servizi. Rischi non ce ne sono“.

Ecco, agosto è ormai agli sgoccioli. E se pensiamo ai dati che ogni giorno filtrano dal bollettino della Protezione Civile un po’ vengono i brividi. Non tanto per le quantità che, tuttavia, si accostano ormai palesemente a quelle di maggio, quanto piuttosto per i focolai, che rendono arduo gestire una situazione che sembra scalpitare, di fronte alla nostra impotenza. Basta poco, nulla, alle volte, perché l’allarme si riaccenda e vanifichi mesi di sacrifici, rinunce… Positivi sì, vorremmo esserlo, ma non al Covid stavolta, piuttosto alla considerazione di una reale collaborazione tra chiunque possa. Perché così deve. Perché questa è l’unica strada percorribile.

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