I soldi non fanno la felicità… e neppure la salute
Sentite questa… più sono facoltosi, maggiore è il rischio di incorrere in malattie.
Non si tratta, a quanto, pare, di una leggenda metropolitana. Lo studio, presentato all’ 84esima conferenza scientifica della Japanese Circulation Society, è stato effettuato presso la Hokkaido University Graduate School of Medicine di Sapporo e ha preso in considerazione il legame che intercorre tra il reddito di un individuo e lo sviluppo della sua condizione di ipertensione (pressione alta).
All’analisi è stato sottoposto un gruppo di impiegati giapponesi. Ebbene, ne è derivato che quanti appartenevano alle classi più benestanti correvano circa il doppio delle probabilità di andare incontro a stress o simili, rispetto a chi guadagnava meno.
“La pressione alta è una malattia legata allo stile di vita“. Il dottor Shingo Yanagiya, a capo della ricerca, non ha dubbi. “Gli uomini con un reddito alto devono migliorarlo, per prevenire l’ipertensione“.
Il test J-HOPE3
Questo il nome dell’esperimento che, nel 2012, ha viste coinvolte 4.314 persone, di sesso maschile e femminile, con impieghi giornalieri e una pressione sanguigna ‘normale’. Almeno alla partenza.
Divisi in 4 gruppi, a seconda del reddito annuale, sono stati monitorati per un periodo di 2 anni, in cui si è esaminata, in primo luogo, l’associazione fra stipendi e patologia.
I ricercatori hanno tenuto conto – ovvio – di tutta una serie di discriminanti: età, numero dei membri della famiglia, propensione al fumo… etc.
Se ne è dedotto che: “Mangiare sano, fare esercizi e controllare il peso sono misure preventive. Il consumo di alcol dovrebbe essere assai limitato.”
Tutto qui? Non ci volevano gli esperti, direte. Eppure, l’ipertensione – spesso banalizzata – è la causa primaria di morte prematura nel mondo. Attualmente, sono oltre un miliardo coloro che ne soffrono.
Una curiosità: nelle donne questo tipo di derivazione non è stata riscontrata, in alcun modo. E poi dicono… ‘il sesso forte’.
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