Storia di un’isola ‘maledetta’. Abitata dai pazzi, domicilio di nessuno
Ci sono luoghi misteriosi. Posti che spaventano, lasciano inquieti… senza a volte neppure conoscerne la ragione.
Una tra le destinazioni in questione è l’isola di Poveglia. L’ultimo misterioso fatto di cronaca risale al luglio del 2016, quando un gruppo di turisti americani, soccorso dai Vigli del Fuoco in evidente stato di shock, continuava a sostenere di essersi imbattuto nei “fantasmi“. I ragazzi, provenienti dal Colorado, erano su un’imbarcazione, al largo, e apparivano ‘morti’ – essi stessi – dalla paura.
I cinque avevano raggiunto la costa a bordo di un taxi-acqueo e deciso di trascorrere in loco la serata. Salvo poi ripensarci.
Sembra che, nel cuore della notte, una barca di passaggio abbia avvertito le urla e attivato i soccorsi. Suggestione o meno, è un fatto che l’isola, disabitata, sia stata, per anni, oggetto di studio da parte dei più noti esperti europei, in fatto di paranormale.
Clamore sulle testate, riflettori puntati, a risvegliare fantasie e peregrinazioni, che poco hanno a che fare con la razionalità. E, in effetti, trattasi di una sorta di ‘spazio assente‘, lembo di terra di sottecchi tra la Serenissima e le lagune del Lido, avvolto in un silenzio irreale e custode – pare – di inimmaginabili segreti.
Una storia infausta, del resto, alle spalle. Prima Lazzaretto pubblico, a partire dalla prima epidemia di peste nera, che si diffuse a metà del 1300. I malati venivano abbandonati sulla costa, ammonticchiati sui cadaveri di quanti li avevano preceduti. Al centro dell’isola fu, in seguito, scavata una sorta di fossa comune: 160.000 vittime, a foraggiare oltre il 50% del terreno. Resti umani, che talvolta ancora emergono dalle acque.
All’apice del paesaggio, dall’anelito viscontiano, una lapide, sulla quale, a chiare lettere, troneggia la raccomandazione di “Non scavare“. Un avvertimento che potrebbe suonare di minaccia, sottovalutando il fatto che i corpi, sepolti, sono stati contagiati da ogni genere di morbo.
L’idea che l’isola sia abitata da oscure presenze è alimentata – come se quanto raccontato finora non bastasse – dai resti inquietanti dell’antico ospedale psichiatrico, eretto nel 1922 e chiuso nel 1946, in seguito a fatti ‘ignoti’.
Gli archivi veneziani non riportano traccia dell’esistenza della clinica. Si vocifera di una non ben identificata ‘casa di riposo per anziani’ ma, a quanto testimonia la struttura, ormai fatiscente, la realtà raccontava altro.
All’ingresso, campeggia ancora la scritta “Reparto Psichiatria” e nell’inquietante tour ci si imbatte in celle dalle dimensioni irrisorie, prive di finestre. Dell’antica Torre campanaria si favoleggia custodisca la chiave del suicidio dell’allora direttore. Un tuffo nel vuoto, inseguito dalla follia.
Il resto è desolazione. Ci si addentra per i corridoi, sprovveduti, con la sensazione addosso che qualcosa – qualsiasi cosa, di qualsivoglia natura – sia ad un passo dal succedere. Al di là dello spavento – comprensibile – intristisce assistere alle spoglie di un vissuto che sostiene sul groppo storie vere.
Leggenda vuole che in pochi abbiano avuto l’ardire di abitare sull’isola. Si narra – ad esempio – della figlia di un proprietario di zona, inspiegabilmente rimasta ferita al volto. Tutto quel che avanza è fuga. Tranne che per lo spettacolo. That’s entertainment, così le luci della ribalta si accendono perfino qui, flessibili all’attenzione del pubblico americano, desideroso di saperne di più riguardo al Luogo più infestato al mondo: questo il titolo di una serie di sceneggiati d’oltreoceano, trasmessi da Fox Chanel e che tanto hanno risvegliato l’attenzione sull’argomento.
Oggi l’Associazione Poveglia per Tutti si batte per il ripristino e la bonifica del territorio, sostenendo che i reali ‘nemici’ dell’isola indossano i nomi di incuria e abbandono.
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