Salari: l’esempio venuto dalla Svizzera…

Salari: l’esempio venuto dalla Svizzera…

A Ginevra non si può vivere con un salario inferiore a 4000 franchi mensili“. Eccola, la frase della svolta. Un principio, sollecitato per lungo tempo da sindacati e sinistra e che domenica scorsa ha finalmente raggiunto, in votazione popolare, il livello di consenso. Il 58,15% degli elettori ha aderito alla manovra che vede, per gli imprenditori, l’obbligo di versare ai rispettivi lavorativi il salario minimo garantito, pari a 4.086 franchi (3.600 euro al mese, per intenderci). Uno stipendio – ripartito in fascia oraria – di almeno 23 franchi, per 41 ore di lavoro settimanali.

Come recita il detto: ‘piove sempre sul bagnato‘, se si pensa che il distretto in questione è quello di Ginevra (presso i cantoni di Neuchâtel e Giura, sia pur avversata dagli ambienti altolocati di destra, la norma era già vigente), che conta, subito dopo Zurico, il numero più folto di nababbi. Persone, insomma, con un patrimonio superiore ai 30 milioni di dollari. 1344 – questo il dato -cittadini, titolari di una fortuna non certo trascurabile, a fronte di una popolazione di poco meno di mezzo milione di abitanti e con un Pil pro-capite di oltre 75 mila dollari.

Eppure, conseguenza del Covid, “Intere famiglie con bambini – fa sapere uno studio dell’Ospedale Universitario Cantonale sono piombate in uno stato di insicurezza alimentare crescente“. Le code di gente che, in tempo di lockdown, venivano a rifornirsi, presso le Organizzazioni Sanitarie, dei beni di prima necessità non ha lasciato indifferenti. Indicativo, poi, il fatto che oltre un quarto degli non abbienti fossero stranieri.

Va detto che l’operazione appena approvata è figlia di ulteriori due tentativi, malriusciti. Bocciata, a livello federale, dalla stragrande maggioranza degli Svizzeri, nel 2014. Ma i tempi, evidentemente, sono mutati.

La pandemia ha rivelato la spaccatura sociale… i 75 mila dollari di cui parliamo sono un’illusione. C’è gente che guadagna molto di più e altri che si ritrovano sotto il livello di povertà“, spiega Carlo Sommaruga, Senatore socialista del Parlamento elvetico nel collegio di Ginevra. “Va detto, inoltre – specifica il Parlamentare – che il reddito minimo garantito costituisce un argine al dumping salariale“.

Presto detto. Presto fatto, con la solerzia che è tipica di chi di chiacchiere ne fa poche. Abituato, piuttosto, ad agire.

Noi, intanto, siamo qui, a gesticolare, urlare faccia a faccia, accanirci, disperati, per poi, magari, cambiare idea… in un paesaggio che, intorno, appare sempre più desolato, e desolante. I casi di positività riprendono ad aumentare e si torna ad aver paura, non tanto del virus in sé quanto, piuttosto, per le eventuali conseguenze, che metterebbero definitivamente in ginocchio l’economia del Bel Paese.

E invece, quasi incuranti, rimaniamo immobili. Intrappolati da un crogiolo di banalità, quasi ci piaccia, anzi, ci rassicuri, continuare ad essere considerati quelli degli ‘spaghetti, pizza, mandolino…‘ Una scrollata di spalle e via. Peccato, perché siamo tanto di più.

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