Fiat 500: e se fosse… ancora diversa?
Immaginatela. In fondo si tratta della 500 di sempre…. o magari no. Quella in progetto per il 2022 è una Fiat ulteriormente rivoluzionata. Oh, ci si muove cauti, in Azienda. Si opera sul lungo termine e a ‘passo felpato’. Non operazioni ‘ a cuore aperto’, dunque, spregiudicati, ma leggeri interventi qua e là, dove si ritiene serva.
Micro-chirurgia, che vede per protagonista colei che, tra le city car, assomiglia, nel ricordo, più che mai ad una bella donna. I suoi annetti ormai ce li ha, ma non solo li conserva egregiamente. Grazie alle risorse sempre nuove, messe a disposizione dalla tecnologia più recente ed ad una serie di ‘ritocchini’ fatti ad arte si rinnova, proponendo un’immagine di sé costantemente fresca ed in linea con i tempi.
Ecco, allora, che l’ultima della lista è una berlina dalla carrozzeria allungata, 420 cm in tutto, prodotta – in previsione – presso lo stabilimento FCA di Kragujevac, in Serbia. Sostituta eccellente della Monovolume Fiat 500 L, in attesa di uscire di produzione.
E se c’è già chi vocifera di un SUV, i rumors lasciano trapelare si possa trattare della Fiat 500 XL, modello sintesi delle due, preesistenti, Fiat 500 X e 500 L. Un’auto, stando ai bene informati, tecnologicamente assai avanzata, dotata di guida autonoma di Livello 3.
Una vettura, secondo le ipotes – perché di questo, al momento, si tratta – talmente curata nei dettagli, da far concorrenza anche alle auto premium. Le porte si spalancano, per ora, a voli pindarici. Tuttavia, maggiori dettagli riguardo all’ennesimo traguardo della Casa automobilistica torinese si attendono già nel corso del prossimo anno, quando finalmente sarà svelato il nuovo piano industriale del Lingotto. A garantirlo, direttamente i ‘Colletti Bianchi’ di FCA. Nei giorni scorsi, il numero uno di Fiat Chrysler Automobiles in area EMEA, Pietro Gorlier, ha anticipato che, nei prossimi mesi, verranno svelati i programmi che riguardano le filiali in Serbia, Turchia e Polonia.
Non resta che attendere, come quei mariti un po’ in ansia che camminano avanti e indietro, di fronte alla sala parto, attendendo di udire il primo vagito della propria progenie. E certo, in qualche modo questa vettura, sia pur simbolicamente, figlia ‘nostra’ lo è.
Prole degli operai che, per anni, hanno prestato servizio presso la ditta di Mirafiori. Delle persone, intere generazioni, che hanno creduto e collaborato, in termini di indotto, con la Casa Madre. Di un mercato che si è espanso, nel tempo, soffrendo e gioendo di sogni e speranze che riportavano ugual effige, rispetto alla famiglia che ha donato al Marchio il proprio nome. Fiat è cresciuta insieme a noi, figlia, a sua volta, del dopoguerra. Ci ha educati a respirare il cambiamento. Ci ha insegnato il senso della salvaguardia e della rinascita.
Ora, mentre le luci dell’alba appena si intravedono e indosso conserva il sapore della serata non ancora trascorsa, l’inclinazione naturale la spinge a pensare ai panni che potrà indossare domani. Per stupire, di nuovo. Innamorare, di più. Perché, semplicemente, è nelle sue corde.
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