Stasera ti porto a cena… a Milano
Tra ‘coprifuoco’, già messi in atto e lockdown ancora paventati la vita procede, ma è giusto si agisca con criterio. Ecco, dunque, una sorta di mappa, per gli avventori della città Meneghina, turisti o non, che intendano, comunque, non privarsi di una cena fuori casa. Si tratti anche solo di un appetiser, che risulti ‘sicuro’, oltre che cool. Ecco, dunque come e dove muoversi a Milano, secondo le regole anti-Coronavirus, dettate dal Governo.
10 ristoranti per 10 indimenticabili serate
Le norme in difesa del Covid non rappresentano uno scherzo e, specie in questo momento, i controlli e le eventuali sanzioni, si fanno percettibilmente più concreti. Servono, del resto, comportamenti ligi, laddove, una volta accomodati, ci si toglie la mascherina per poter consumare i pasti. Andiamo a vedere – un esempio su tutti – dove oltre al buon mangiare ci si può sedere a tavola, in tutta tranquillità.
Partiamo da La Cantina del Giannone, tra i posti che al meglio rappresentano il filo che intercorre fra tradizione e sperimentazione. Ordinate filetto di cervo, vi verrà servito accompagnato da polenta taragna e riduzione di porto rosso. I tavoli, qui, sono distanziati da sempre. L’intenzione è infatti quella di regalare ai propri clienti un’atmosfera rilassante ed intima. Necessaria la prenotazione.
Passiamo, dunque, all’U Barba, l’osteria genovese in zona 4, a Milano, che con rigore, si attiene scrupolosamente ai dettami in corso: misurazione della temperatura, rilascio di un contatto, tavoli studiati nella posizione. In un accattivante stile Industrial, si respirano, qui, le atmosfere vintage proposte nei piatti: pesto, focaccia, coniglio… è il tripudio della cucina ligure.
Respiri d’Oriente, presso il ristorante giapponese Yoji. Anche qui il personale è allenato al rispetto delle direttive, tutti forniti di guanti e mascherine. Ogni tavolo risulta in sicurezza e dotato di un menù in qrcode. All’ingresso, viene misurata la temperatura e, ovvio, c’è l’immancabile distributore in gel per igienizzare le mani.
Riverberi d’Oltreoceano anche presso Gastronomia Yamamoto. Il ristorante, situato nel centro di Milano, da subito si è distinto per l‘ottima riorganizzazione. L’ambiente, impeccabile, pochi tavoli, serviti con attenzione e cordialità e i sapori unici della vera cucina giapponese.
E che dire di Spica, a Porta Venezia? Immediata la risposta del locale ai cambiamenti messi in atto dal Ministero della Salute e positiva, per un luogo che ha l’ambizione di un menù multietnico, proveniente da ogni angolo del mondo. In un perodo in cui viaggiare è quasi impossibile, lo si può almeno sognare attraverso i sapori…
Fuorimano OTBP, sfruttando al meglio gli spazi è stato capace di rinnovarsi, secondo le recenti disposizioni. Corretto distanziamento e areazione degli ambienti qui sono assicurati. Due le aree in cui soggiornare: quella esterna, con tavoli a bordo piscina, e quella, ampia, interna. Introdotta da poco una piattaforma per facilitare le prenotazioni on line, al tavolo, il menù invece è stato sostituito dal qrcode che rimanda, tramite cellulare, a quello virtuale, da cui è possibile anche ordinare direttamente.
Nel cuore di Brera ci si imbatte nel Fishbar de Milan, Tra un tavolo e l’altro, qui, passa oltre un metro, con tanto di plexiglass per garantire maggior sicurezza. Le pietanze, a base di pesce, si ispirano ai più suggestivi porti del mondo, dalle cucine oceaniche degli approdi americani e canadesi, come il lobster roll, alle ricette tipicamente mediterranee, come gli spaghetti alle vongole e bottarga.
Insieme. Dice tutto già il nome. Un ristorante minimal, elegante, dove l’aggancio principale è la sostanza. Le materie prime provengono da fornitori selezionati e del territorio. Menù, per conseguenza, stagionale. E cura, infinita, per la clientela, specie in un frangente dal carattere assai delicato.
Lungo i Navigli si trova, invece, Chunk Smoke and Spirits, il locale che abbina ottimi cocktail a cibi smoke-based, dove l’uso di legni pregiati provenienti dalla Sicilia, come cedro e ciliegio, conferiscono alla carne un aroma particolare. All’interno del locale, solo una manciata di tavoli, ben distanziati; mentre all’esterno, il dehors promette una serata sicura e piacevole.
Il Ciciarà, storico appuntamento milanese, proprio negli ultimi tempi sta perfezionando ulteriormente le misure anti-covid, per assicurare ai suoi affezionati avventori una piacevole pausa tra i sapori della vera cucina milanese. Non ultimo il dehors, che affaccia sulla Basilica di Santo Stefano Maggiore.
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