‘Buon appetito’, ma che lo sia sul serio…

‘Buon appetito’, ma che lo sia sul serio…

Timore da lockdown… certo, ma soprattutto delle conseguenze che ne possono derivare. Pensieri, più o meno autentici, che ci abitano in ore in cui, a rimbalzo, ci si reinventa uno stile di vita inedito. Le notizie, intono, si rincorrono; le certezze si sgretolano e noi lì, in balia degli eventi, nel tentativo, se non di cristallizzare il tempo, almeno di ricavare uno stato di equilibrio in cui gestirci.

E se, riguardo ai temi importanti, c’è poco da fare, se non seguire le regole, su quelli di nostra gestione qualche consiglio, alla fine, può sempre risultare utile.

Parliamo, allora, dello stare a tavola. Chiusi in casa è più facile scivolare – anche in forma consolatoria – su abitudini poco corrette. Eppure, per non deragliare, basta poco. E’ una questione, più che altro, di approccio e di ‘ripetitività’. Una volta consolidati i comportamenti, tutto si rende più naturale, maggiormente spontaneo, e finisce per regalarci piccole, ma anche grandi soddisfazioni.

In medio sta virtus

Carne, uova, latticini… fanno tutti parte di quella schiera di prodotti ‘acidificanti‘, vale e dire di quel numero di alimenti che, una volta digeriti e metabolizzati, rilasciano nella circolazione sistemica sostanze acide. Ebbene, secondo chi ne sa, la maggior parte delle persone dà la preferenza proprio a questo tipo di cibi, prestando, invece, scarsa attenzione agli alcalinizzanti o a quelli, per definizione, neutri, come legumi, tuberi, frutta secca e fresca. A lungo andare, in questo senso, rischia di innescarsi un processo di acidosi cronica che, a sua volta, potrebbe condurre ad osteoporosi, perdita del tessuto muscolare, ipertensione. Prima di sedervi a tavola fate bene attenzione, dunque, a ciò che mettete nel piatto.

Mai saltare i pasti

Saltare un pasto, per l’evidente relativo tempo a disposizione, piuttosto che nell’illusione di riuscire a perdere peso, è controproducente. Calo glicemico e caduta di energia sono le conseguenze più immediate che, a lungo andare, finiscono per rallentare anche il metabolismo. Si arriva famelici nel momento in cui ci si siede e si mangia “a 100 all’ora“, non facendo altro che peggiorare la situazione.

La lotta continua con i carboidrati

Peggio che se avessero incrociato sul loro cammino un gatto nero, in molti configurano i carboidrati come una sorta di nemico da combattere. Li demonizzano, convinti che facciano ingrassare. In realtà, contenendo una generosa dose di fibre, aiutano nel sistematicizzare la motilità intestinale enon da meno, saziano. In più, sono ricchi di nutrienti importanti: magnesio, ferro e vitamine del gruppo B. Puntate, quindi, sull’integrale e il biologico, evitando, se possibile, i raffinati, come pane e pasta’ bianchi’.

In fatto di zucchero…

A poco o nulla serve sostituire lo zucchero raffinato con dolcificanti naturali, vedi alla voce miele o zucchero di cocco. Un consumo eccessivo dei suddetti prodotti crea lo stesso livello di picchi glicemici. Meglio evitare anche edulcoranti, dall’aspartame alla saccarina.

… e di succhi di frutta

Bevande come tè, succhi di frutta, drink energetici di vario titolo, considerati ‘sani’, sappiate che lo sono solo in via apparente. Nascondono, spesso, importanti quantità di zuccheri e conservanti. Meglio, pertanto, controllare l’etichetta, prima di inserirli nel carrello della spesa.

Alimenti ‘sani e non’

Bandire intere categorie di cibi dalla tavola, specie a lungo termine, non è da considerarsi una scelta vincente. Conduce facilmente a carenze e squilibri. Un conto è essere intolleranti o allergici, un altro è arbitrariamente convincersi di non poter mangiare questo o quell’alimento.

Spuntino e spuntino

Se proprio vi sentite di eliminare qualcosa, fate in modo si tratti di patatine e analcolico o merendine confezionate, che quelle sì, danneggiano l’organismo. Sì, per contro, a due spuntini (metà mattina e metà pomeriggio), a base di frutta o verdura fresca e, in modeste quantità, secca. Mandorle, noci e nocciole faranno al caso vostro.

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