La lunga marcia delle Elettriche: il punto sulla ricarica pubblica

La lunga marcia delle Elettriche: il punto sulla ricarica pubblica

Secondo Eafo, Osservatorio Europeo per i veicoli ad alimentazione alternativa, in Italia sono attualmente presenti oltre 13.176 punti di ricarica pubblici, con una media di una colonnina ogni quattro elettriche o ibride plug-in.

Un dato che, rispetto al 2019, quando se ne contavano 9.176, illustra come le vetture alla spina siano, nel giro di poco, cresciute del 42,7%. Una percentuale, destinata a lievitare entro fine 2020, nonostante l’emergenza Coronavirus. L’obiettivo, d’altronde, è potenziare la disponibilità di ricarica. A tal proposito Enel X, che ha già raggiunto, in questo senso, quota 10 mila, prevede di raggiungere 28 mila unità entro il 2022, di cui almeno 6 mila di tipo veloce.

UN INCREMENTO, INCENTIVATO DAL DECRETO STATALE

Una più determinata spinta alla diffusione di nuove ‘stazioni’ arriva, anche per via del recente decreto Semplificazioni, che ha smantellato la trafila delle autorizzazioni, da 18 a una. In più, sempre stando al provvedimento, le aree di servizio autostradali e delle principali arterie extraurbane dovranno dotarsi di almeno un punto di ricarica, mentre i Comuni ne dovranno prevedere almeno uno, ogni 1.000 abitanti. Un target – in sintesi – superiore alle 60 mila colonnine.

La geolocalizzazione, tramite App di riferimento, basterà ad individuare l’infrastruttura più vicina. E’ possibile, in sostanza, avvistare su mappa il punto di ripristino, prenotare e monitorare a distanza. Se necessario, l’App può perfino sostituire la tesserina nell’attivare l’erogazione. 

INFRASTRUTTURE: QUANTE SONO E COME FUNZIONANO

E, in tal senso, sono numerose le applicazioni che consentono di individuare la postazione apposita: Chargemap, PlugShare (che permette anche di condividere con altri utenti il proprio punto di ricarica) e NextCharge. Utili anche i sistemi di navigazione di Mountain View, vale a dire Google Maps e Waze Maps, disponibile in versione desktop, oppure dal telefonino, in funzione iOS e Android.

In quanto a potenza, la maggior parte delle colonnine offrono una ricarica fino a 22 kW a corrente alternata, per la quale è necessario un connettore a sette poli, di Tipo 2 (Mennekes). In questo caso, la tariffa è di 0,40 euro al kWh.

LA SCHIERA DELLE SUPER VELOCI

Se si è in viaggio, o comunque c’è bisogno di accorciare i tempi, è consigliabile l’utilizzo della ricarica con connettore a sette poli (a corrente alternata, CA) alle stazioni fast, a corrente continua (CC). Le vetture predisposte per questo tipo di modalità adottano i connettori CCS Combo 2 oppure, nel caso delle giapponesi, i CHadeMO. Al prezzo di 0,50 euro ogni kWh, con una spesa di 26,70 euro la percorrenza media risulta di circa 208 km.

Ci sono, poi le Ultrafast. Le Tesla Supercharger – per citarne una – da 250 kW (riservate alle auto della Casa californiana) e quelle del consorzio Ionity, che ha già all’attivo, su territorio nostrano, 20 siti, con un massimo di sei stalli ciascuno. Tali infrastrutture, da 350 kW e fornite anche queste da Enel X, si aggirano, in assenza di un abbonamento flat, intorno ad una tariffa di 0,79 euro per ogni kWh.

C’è, tuttavia, da aggiungere che, ad oggi, nessuna auto è in grado di accettare ricariche a 350 kW, mentre solo alcuni modelli superano la soglia dei 100.

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