Quelle ‘serate brave’ trascorse a Terrazza Sentimento…

Quelle ‘serate brave’ trascorse a Terrazza Sentimento…

Facile. Come fondare una Startup e rivenderla per milioni di euro. Come laurearsi alla Bocconi, facendosi strada partendo dai vicoli di Napoli. 43 anni e un modello di carriera da prendere ad esempio, Alberto Genovese. Almeno fino a questo momento.

Ora la notizia, improvvisa, dell’arresto, intorno alle ore 23:30 di sabato, 7 novembre. L’uomo è accusato di violenza sessuale, ai danni di una ragazza appena maggiorenne.

E’ accaduto tutto lì, nella frequentata ‘Terrazza Sentimento‘, sorta di ritrovo ‘vista Duomo’ con tanto di piscina, in cui, una volta o più volte al mese, Genovese era solito tenere Feste a base di champagne e droghe. Già, perché tra le accuse rivoltegli, in elenco appaiono anche lo spaccio di sostanze stupefacenti e il sequestro di persona.

In quell’appartamento, sorvegliato in ogni angolo da telecamere, in data 10 di ottobre, il presunto carnefice avrebbe – secondo la ricostruzione svolta dalle Forze dell’Ordine – condotto in casa la giovane, per poi drogarla, legarla e abusarne. A badare che nessuno entrasse, mentre il tutto avveniva, tanto di bodyguard fuori la porta della stanza, cane da guardia addestrano per non lasciar trapelare nulla.

Trasportata presso il policlinico Mangiagalli di Milano, dove i medici hanno potuto accertare l’avvenuto stupro ai suoi danni, la poverina ha raccontato di essere riuscita a scappare, con una sola scarpa, solo il pomeriggio successivo all’evento. “L’altra me l’ha lanciata dalla finestra, insieme a una banconota da cento euro“, avrebbe dichiarato.  

L’attuale numero uno di Prima Assicurazioni è stato fermato, dopo essersi presentato all’ufficio passaporti, diretto ad Amsterdam e da lì in Sudafrica. “Da quattro anni sono dipendente dalla cocaina, non riesco a controllarmi. Ho bisogno di curarmi“, avrebbe dichiarato al gip, Tommaso Perna. Nel superattico dell’imprenditore, intanto, gli investigatori hanno trovato di tutto: Cocaina, Ketamina e MdMa, oltre alle manette utilizzate, insieme ad una cravatta, per legare al letto la giovane vittima. E agli atti dell’inchiesta c’è anche una seconda testimonianza di chi, in tempi e circostanze diversi – era luglio, location Ibiza – avrebbe subito similare sorte.

E già le voci si assiepano, maligne. Sembra che Genovese “mettesse ‘roba nei bicchieri’ delle ragazze, in modo da stordirle immediatamente“, sussurra qualcuno; chi è pronto a giurare che l’uomo e la sua ex fidanzata “fossero soliti drogare le ragazze alle loro feste private, per poi violentarle“. Trenta o quaranta invitati, ogni volta, tra cui selezionare la prescelta di turno. Pare – inoltre – che gli speciali ‘ritrovi’ prevedessero “l’obbligo di lasciare i telefonini fuori“.

Di fatto, stando alle indagini, “In mezzo alla sala c’erano piatti con cocaina e altra sostanza stupefacente: 2CB (la pregiata cocaina rosa, ndr), a disposizione degli invitati” e, sempre secondo le testimonianze, il padrone di casa avrebbe ordinato, per l’occasione, alla guardia del corpo, di cancellare le immagini delle videocamere: “Pialla quelle registrazioni adesso, passa un distruttore dei file“. 

Basa poco, in fondo, e tutto è ‘a posto’. Facile, no?

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