‘Entra… se hai fame’, che di generosità non è mai morto nessuno

‘Entra… se hai fame’, che di generosità non è mai morto nessuno

La Taverna di Dracula, così la conoscono gli abitanti del comune di Tivoli. Eppure, anziché diavolerie e sortilegi, nel localino a cucina tipicamente rumena, si dispensano – per tutto il mese di novembre e fino al 3 dicembre – cibo e beneficienza, per chi verte in difficoltà. Così racconta, almeno, la lavagnetta esposta all’esterno del locale: “diventa Caritas per il mese di novembre“. E spiega, più approfonditamente: “Aspettiamo le persone bisognose per un pranzo caldo, dalle 12.30 alle 14.30, rispettando le normative Covid-19, dal 10 novembre al 3 dicembre. Non esitare a entrare. Qua non sarai giudicato se hai fame o se sei di un’altra nazionalità“.

…all’ingresso della Taverna di Dracula

Un messaggio sano, in un’epoca che sana – per l’appunto – non lo è. I gestori sono stranieri: volendo ragionare con mordace ironia, potremmo attribuire a questo ‘particolare’ la spiegazione di tanta generosità. Il punto è che il messaggio che sta alla base dell’iniziativa ha senso e crea comunità.

Vero, forse, che ‘a pensare bene si fa sempre in tempo‘, ma c’è chi si muove, anche tra noi oriundi dello Stivale. E’ recente la notizia, presa da un intero quartiere di Napoli, quello del Rione Sanità che, di imprese del genere, ha esperienza e tradizione. Dopo il caffè sospeso e la pizza sospesa, ora è la volta del ‘tampone sospeso‘. A partire proprio da oggi, martedì 17 novembre, sarà possibile – cioè – donare l’opportunità di effettuare l’analisi di verifica Covid, anche a chi non può sostenerne il costo.

A promuovere l’idea, l’associazione ‘Sa.Di.Sa. – Sanità, Diritti in Salu-te‘, insieme alla Fondazione Comunità di San Gennaro onlus, in collaborazione con la Farmacia di Ersilio Mele e la Terza Municipalità. Una vera e propria squadra, all’attacco nella lotta al Coronavirus.

Una campagna di covid-screening a favore dei meno abbienti, grazie alla quale, inoltre, per soli 18 euro, si potrà effettuare il test. E il plauso è generale, come nel caso precedente, ad attestare l’identità, sempre più corposa, di chi si trova in difficoltà, ma anche di chi è pronto a dare una mano.

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