Manovrine silenziose delle banche… che scatenano il prurito
Piove sempre sul bagnato… e allora sia. Tanto il fondo non l’abbiamo ancora rasentato, ma poco ci manca. Non stiamo parlando della variante Covid rintracciata in Italia. Quella, pare risalga al principiare di agosto – antesignana della più aggiornata versione britannica – e, semmai, ne disserteremo poi. Stiamo invece riferendoci alla rivoluzione al servizio di prelievo contanti richiesta, per il 2021, da Bancomat Spa. Tradotto: un’ulteriore stangata in arrivo, al vaglio – attualmente – dell’Antitrust.
La manovra si riferisce, in particolare, a quanti siano soliti prelevare contante da sportelli Atm di istituti diversi da quello di appartenenza. I costi – è la notizia – potrebbero lievitare e non di poco. In pratica, i clienti si vedrebbero addebitare tutte le commissioni interbancarie che, fino ad oggi, sono state a carico del personale Istituto. La spesa, che si riassume tra i 50 centesimi e i 2 euro a prelievo, minaccia – pertanto – di aumentare. Cifra, variabile di banca in banca, in base ai relativi termini di contratto.
Riassumendo: ad oggi, le commissioni sui prelievi effettuati da uno sportello Atm sono stabilite a priori, sottoscritte da entrambe le parti, in previo accordo. Firmatari – per l’appunto – la Banca e l’eventuale patrocinato, relativamente all’apertura di un conto corrente. Nessun costo aggiuntivo – dunque – per chi intenda ritirare contante da uno sportello Atm di ‘legittimo carico’. A proprio addebito, invece, la commissione, per chi preleva da un Istituto bancario diverso da quello di iscrizione.
Di norma, la somma in questione viene ‘reintegrata’ – per capirci meglio – dalla banca patrocinante al nuovo sportello a cui ci si è rivolti. Soldi, che si vanno ad aggiungere ad un piccolo extra, versato a risarcimento dell’Istituto terzo, in credito per il ‘gentile favore’. Contanti che, secondo il nuovo corso, verrebbero attribuiti direttamente al cliente, sia pur – va sottolineato – palesati per legge, ogni qualvolta si decida di procedere all’operazione presso un Ente diverso dal proprio.
Su carta, tutto secondo le norme della legalità. Tuttavia l’Antitrust ha avviato un’Istruttoria. Un ‘indagine più attenta’, insomma, per evitare di far passare altri guai ai cittadini, già vessati da un contingente niente affatto felice.
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