Piovono iguana, ma non è un film

Piovono iguana, ma non è un film

L’affresco nasce e cresce in un circolo vizioso di momenti spiazzanti, dall’alto tasso emotivo. Nel quadro complessivo, un ensemble di personaggi negativi, sconvolti, frustrati, maltrattati che cerca di emergere dalle rispettive torbidezze. E, intanto, il mondo, fuori, se ne frega, troppo preso a correre, sorta di formicaio accelerato, impazzito. E non esiste nulla da scoprire, nulla che già non si pensi di sapere. Si scivola e ci si divincola tra legami e coincidenze, sorta di ‘filo rosso’ che fa da legante. C’è chi cerca il perdono e chi prova a perdonare; chi non sa come amare e chi, invece, vorrebbe tanto essere amato; chi si considera fallito e chi ha fame di riabilitarsi…

Scatti di media umanità. Buffo come l’opera fausta, alchemico intreccio di storie magistralmente diretto, nel 1999, da Paul Thomas Anderson sembri raccontare di noi…

Nel film in questione: Magnolia, l’epilogo suggeriva una riflessione scomposta, poiché diversamente interpretabile. Presagio oscuro, oppure catarsi, la pioggia di rane piovute dal cielo introduceva, per ciascuno, la propria soluzione. Oggi, in Florida, evento reale, piovono iguana.

No, non è uno scherzo. Il Servizio Metereologico Nazionale ha diramato ufficialmente l’allarme. Si tratta di un pericolo possibile, un’eventualità derivata dallo slittamento delle temperature, che hanno raggiunto lo zero.

Il 20 dicembre 2020 è stato il giorno più freddo per Miami, soli 5 gradi, pensate, accentuati dalle bordate di un vento gelido, totalmente inaspettato. Ecco allora che persino i lucertoloni amanti degli ambienti caldi patiscono gli effetti di un inverno sinistramente rigido. A causa del sangue che li abita, perennemente freddo, i rettili si irrigidiscono e cadono dagli alberi su cui sono soliti rifugiarsi. Congelati, non ancora morti. Ibernati, sotto l’incantesimo di un gelo inatteso.

Un fenomeno, dunque, non inspiegabile, ma comunque sorprendente. Alcuni esemplari raggiungono dimensioni importanti: un metro e mezzo di lunghezza, alle volte, per 10 kg di peso. Logico che, secondo la dinamica appena illustrata, possano risultare pericolosi: per le auto, per i passanti… Potrebbero danneggiare piscine, strade, case. Rischiano, improvvise padrone del suolo pubblico, di aggredire e ferire le persone.

Agghiacciante. Da brividi. Chiamatela un po’ come volete la reazione che suscita ascoltare la notizia. Di fatto è così. Madre Terra si rivolta. E lo fa con ferocia, attuando tutti i meccanismi di difesa che, nel tempo, forse, le abbiamo insegnato proprio noi.

Ci guarda in faccia con disprezzo, recandoci il conto dei misfatti. Non permettendoci scampo. Siamo giunti fin qui. E ci siamo arrivati a suon di ingordigia, di presunzione, di ignoranza. Abbiamo composto il nostro brano che adesso, all’ascolto, appare stridulo, perché quelle che ritenevamo note, ora assumono le sembianze lacere di un urlo che ha appena iniziato a farsi sentire. E noi, drammaticamente privi di voce.

Che ce l’abbiano rubata? Che forse avessimo solo sognato di possederne una? Abbiamo pagato, anzi, stiamo pagando, il prezzo delle illusioni. Ci siamo auto-ingannati, convinti di poter acquistare tutto. Non è così.

Shhhh! Silenzio. Adesso ruggisce la Natura che ci ha partorito. Inesorabile.

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