E d’un tratto, crollò l’era dei Tabagisti

E d’un tratto, crollò l’era dei Tabagisti

L’ultimo dei divieti e anche l’estremo baluardo di individualità, chiamiamolo pure di libertà, crolla giù, trascinandosi appresso i sogni, le aspettative, i capricci e le ribellioni di un’intera generazione e di tutte quelle a seguire. Status Sylmbol di un’identità, dell’individualismo dei nostri padri, dei nonni che, in accostamento ai baffi, ne facevano più che un modo di essere. Era l’apostrofo su cui ridefinirsi. L’accento che, con fare pressoché taumaturgico, curava le incertezze e cesellava, pezzo pezzo, la nuova struttura su cui costruirsi.

Ebbene, siamo arrivati al bivio. Da oggi, 19 gennaio, non ce n’è più per nessuno, né al chiuso né, soprattutto all’aperto. Almeno così recita la più recente formula che vede Milano protagonista del nuovo Regolamento per la qualità dell’aria. Tranne che in luoghi isolati, il fumo è dunque bandito. Ghettizzato, come si fa con gli untori. Niente sigarette accese alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nelle strutture sportive come – ad esempio – negli stadi, nel raggio di 10 metri da altre persone. Non se ne parla neppure in quella che potremmo considerare, per eccellenza, la sede ideale in cui coltivare la solitudine, vale a dire al cimitero. E, nelle previsioni, da gennaio 2025 il divieto si estenderà a tutte le aree pubbliche.

“Si tratta – rende noto il Comune – di misure che hanno un duplice obiettivo. Aiutano a ridurre il Pm10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo, nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori“.

25 i voti a favore del provvedimento che ne hanno consentito la messa in atto, a fronte degli 8 contrari, i quattro astenuti e i rimanenti due membri del Consiglio Comunale, assenti per l’occasione. Il tutto, con il progetto di concentrare e concretizzare una serie di azioni, mirate a salvaguardare la qualità dell’ambiente nei centri urbani.

Manovra che, a conti allargati, comprende anche l’argomento Colonnine elettriche, presso i benzinai. Da regolamento l’obbligo, per tutti i punti vendita di carburante, di dotarsi di infrastrutture di ricarica elettrica, entro il 2023 e, in caso di impossibilità tecnica, la realizzazione in un’area pubblica diversa, sempre entro la stessa data.

In sostanza, si viaggia e si corre pure veloci verso un modello societario totalmente votato al concetto di bio. Green rifulge tra le parole d’ordine, insieme ad ecosostenibilità, tutela ambientale, salute e quant’altro.

Alla perlustrazione di un percorso che, pur se masticato e rimasticato, lascia dietro di sé una scia di incognite – in fondo siamo famosi per essere sperimentatori – e quel tanto di nostalgia, nei confronti di un modus vivendi magri più dannoso per i nostri polmoni, ma quanto assai più leggero, sotto tanti altri punti di vista.

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