Camera con vista… sulla Terra
Ed eccolo, super futuristico, attrezzato di quanto di meglio possa offrire il progresso. E’ l’emblema dell’abitare di domani, il presupposto verso orizzonti non ancora esplorati…
Cosa ci rende tanto entusiasti? E’ presto detto. Protagonista di tutta di una serie di elogi è il progetto – ad opera della californiana Gateway Foundation – atto alla creazione di un Hotel spaziale. Una sorta di ruota, su modello Star Trek, capace di galleggiare al di sopra dell’atmosfera terrestre. Stiamo parlando – per la precisione – di 24 moduli, collegati da enormi ascensori, che permettano alle varie sezioni di comunicare tra loro.
Un disegno ambizioso: vanno considerati, nel procedimento di messa a punto, shuttle che portino i turisti, personale e mezzi imponenti, in quanto a sicurezza. Operazione, tuttavia, possibile, secondo previsioni, entro il 2027. Tra poco più di 5 anni, in sostanza, l’anomalo albergo dovrebbe risultare operativo. Il nome – inizialmente preventivato come Von Braun Station, serba ora con sé un accento assai più evocativo: Voyager Station, della cui realizzazione si occuperà la Orbital Assembly Corporation, Società di costruzioni e tecnologia gestita dall’ex pilota John Blincow, tra l’altro, a capo della stessa Gateway.
Dai rendering diffusi dalla compagnia, nel frattempo, ci si fa un’idea riguardo agli spazi e alla loro gestione. Si va dalle sale, da cui osservare le luci provenienti dalla Terra, agli ascensori, mastodontici; dagli shuttle ‘parcheggiati’ tra le unità di trasporto al campo da basket, in cui giocare, in assenza di gravità. Un concetto avanguardistico dell’abitare, in sostanza, un po’ come per Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello spazio, ma in cui non si lesina, in quanto a comfort e design.
Un’esigenza pionieristica, che conserva la sfrontatezza di Icaro, ma poggia su basi concrete. E non si tratta solo di volontà. Al di là di ogni possibile accanimento, qui la macchina si è già messa in moto. Si veleggia verso una realtà carica di promesse e ci si concede, cosa che ci mancava da un po’, la possibilità di sognare e di superare confini che ormai addosso sentiamo troppo stretti.
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