Potenza.. dei ricordi

Potenza.. dei ricordi

Chiamiamolo destino. Immaginiamo che sia la sorte, benevola. Di fatto, la vita, talvolta, ci mette di fronte a circostanze quanto meno insolite, capaci di lasciarci perplessi, se non, addirittura, basiti.

Può capitare, allora, di ritrovare un oggetto – uno qualunque – di notarlo poi per chissà quale ragione e di rimanerne… sedotti. Trova un album fotografico – si legge da Agenzia – con gli scatti, in bianco e nero, di un matrimonio, appoggiato su un cestino della spazzatura.

Ecco, appunto. E, quando decide di pubblicarli su Facebook, si fa viva la moglie del testimone della Cerimonia. 

In fondo, il Mondo è piccolo e, quello appartenente ai Social, ancora di più.

Marina Mocchetto

“Passeggiavo per Milano, in attesa della seconda visita, a sorpresa, con il chirurgo, quando a terra, appoggiato ai bidoni della carta, in attesa del camion dell’Amsa, vedo questi album. È più forte di me, metto i guanti di lattice e li raccolgo. Una storia di antica felicità, una bella sposa, con un delizioso abito bianco con velo di pizzo. Una sposa benestante, probabilmente, perché ben 2 studi fotografici hanno ripreso il matrimonio. Il papà, commosso, la accompagna all’altare. Lo sposo aspetta trepidante, tra gli invitati seri e composti. Un’amica ridacchia“. 

La felicità non si butta via“, confessa di aver pensato, a quel punto, Marina Mocchetto. “Ho portato a casa gli album, con me” Del resto, “Perché questi momenti di felicità erano tra la carta da macero? I protagonisti sono tutti morti?“. Si è posta queste e mille altre domande, la protagonista della nostra storia, fin poi a convincersi che ‘salvare’ la preziosa refurtiva dalle macerie fosse la cosa giusta. “La sposina, ovunque sia, ne sarà felice“, si è detta.

Così, tra un’istantanea e l’altra, ha intrapreso un piccolo viaggio di fantasia, in cui, fotogramma per fotogramma, ha tentato di ricostruire la storia di chi gli appariva di fronte: “Dalle foto, si evince che il matrimonio si è celebrato nella Basilica di sant’Eufemia (lo si deduce, dal cartello della via fuori dalla Chiesa), che possiede belle inferriate, colonne bianche e nere e splendidi affreschi”, spiega. “Affianco, le severe mura di San Paolo Converso. La facciata è del Cerano“.

Poi accade, l’impensabile.

Signore e signori – posta – grazie alle foto ho trovato la moglie del testimone dello sposo, emozionatissima per averlo rivisto in queste immagini, dopo che è morto, 16 anni fa. Ci incontreremo a Milano, per parlare dei tempi andati. Era commossa. Il nome degli sposi: Silvano e Fiorella, una coppia dolcissima. Le nozze, nel maggio nel 1965 o 66. Sono emozionata anche io. Che storia d’amore…  in bianco e nero”.

Un messaggio in bacheca, a suggello delle incongruenze dell’esistenza, Eppure, stranamente, inopinatamente, i conti tornano, eccome. Ci si rende conto di come sia semplice fare del bene. Farsi del bene, facendone anche agli altri e di come la felicità non richieda grandi consigli, ma si vada ad accovacciare in brevi attimi, intensi, ricchissimi.

A dimostrazione del fatto che il tempo si taglia, lo si può attraversare e se, in questo assurdo peregrinare, ci si raggiunge, il prezzo che se ne ricava è immenso, per quanto incredibile possa sembrare.

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