A tutto colore, che è nero e quanto ci piace!
Prende il nome di CROWN ACT – Create a Respectful and Open World for Natural Hair – ed è l’iniziativa che proibisce ogni forma di discriminazione basata sui capelli naturali, nelle scuole o nei luoghi di lavoro.
State inarcando il sopracciglio? Vi pare inverosimile che, alle soglie del 2021, possa ancora accadere? Ebbene, fatevene una ragione perché succede, eccome, specie negli Stati Uniti, dove, nel tentativo di porre rimedio, addirittura, si è costretti ad emanare una legge apposita. Valida, quest’ultima, niente di meno che per Connecticut, Virginia, California, New York, New Jersey, Maryland, Colorado e Washington.
QUEL VIZIO CHE NON TRAMONTA MAI…
Insomma, si torna alla vecchia – e, a quanto pare intramontabile – storia della discriminazione che, spesso, sfocia in atteggiamenti di vero e proprio razzismo. In una società equa e rispettosa delle diversità, la convinzione che la produttività o il carattere di una persona possa essere giudicata a partire dai capelli non può e non deve trovare posto.
Perline o ciocche colorate, per dirne una, vengono considerate sconvenienti negli ambienti scolastici, a prescindere dal loro valore culturale e simbolico. Così accade nei posti di impiego.
Lo scopo è, pertanto, creare un ambiente sicuro per chi, di colore, intenda sentirsi libero di mostrare la propria natura ed il relativo protective styles, vale a dire treccine, Bantu Knots e Twists.
DALLA TESTA AI PIEDI, INTRAPPOLATE DALL’ OCCIDENTE
Se ciò non bastasse, va aggiunto che sempre più donne di colore rinunciano alla propria chioma, in favore di capelli lisci, o meglio, occidentali. Una decisione apparentemente innocua ma qui, appunto, le parole, tutte, hanno un peso. Ad imporre la rinuncia ad orgogliose chiome afro, a suffragio di prodotti invasivi che ne stravolgono l’aspetto è – si guardi bene – la necessità di integrarsi ad un modello espressamente estraneo, sorta di sudditanza psicologica che, seppur tra le righe, rimane tutt’oggi intuibile e viva.
E le rinunce non passano solo attraverso i capelli. Sempre più si percepisce l’urgenza di far aderire le caratteristiche fisiche a canoni lontani da quelli di appartenenza, pensando, così, di ricevere accettazione. Ma invalidando, nel contempo, le rispettive origini razziali e le tradizioni ad esse legate.
Vie subdole, per spersonalizzare quel che, invece, è supporto di peculiare discendenza. Prende, spesso, le mosse da un sapere antico. Sa di originale racconto e, come tale, richiede rispetto, sempre.
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