Queste pazze, pazze piume…
Frivole, come nessun altro accessorio. E, al tempo stesso, eccentriche, camaleontiche, charmant, come le definirebbero i Francesi. Di recente, le abbiamo viste sul Palco dell’Ariston, indossate da Achille Lauro.
Ma, fin dal primo 900, la Marchesa Casati le adottò per i suoi outfit. Dettaglio privilegiato, riservato a pochi. Anzi, pochissimi. Curioso mélange di leggerezza e disequilibrio.
Oggi sono numerose le Maison, da Chanel a Blumarine, da Salvatore Ferragamo a N.21, che ne rinverdiscono l’audacia in passerella e, da lì, ci tentano, maliziose, facendoci favoleggiare di un Universo, pregno di lustrini e pailettes.
BLUMARINE pretende, così, di imporre il proprio concetto di ‘normalità’. Ed anche golfino e pantaloni, oppure l’abito dai toni bubble-gum – si intenda – finiscono per arredarsi degli accenti mondani, pensati per collo, polsini ed orli dei pantaloni. E si va in scena.
Non si vedevano tante piume dai tempi di David Bowie. Ma il Duca Bianco non è l’unico portavoce di uno stile, che ha saputo distinguersi e reinterpretarsi negli anni. Di più, nei secoli. Immaginate di tornare indietro, fino a rieditare i fasti di una Versailles, governata dalla Regina Maria Antonietta. Per sua Maestà, irrequieta e vanitosa, il parrucchiere Monsieur Léonard ideò acconciature eccentriche, sorrette da fili metallici e sovrastate da esotici esemplari di uccelli.
SALVATORE FERRAGAMO offre il proprio apporto di lievità al tailleur pantaloni bicolore. L’azzurro cielo, qui, fa da contraltare al bianco che, al movimento, riecheggia l’effetto cangiante delle nubi. Divertente da indossare. Disegnato, per farsi guardare.
Dai duchi alle Regine, alle gran dame, il passo è breve. E allora, eccola ancora, la Marchesa Casati. O, meglio, ecco quel che sembra. In realtà, trattasi di Marisa Berenson, fotografata nel 1972, in occasione del Ballo Rothschild.
N.21 propone il suo inedito Total White. Sotto la giacca bianca fanno capolino le piume dell’abito. Perfetta sintesi tra giorno e sera; da rimanerne incantati.
Che dire di JOSEPHINE BAKER? La Stella della Revue Négre, arredata dei suoi mitici gonnellini di banana, sdoganò le piume, agli albori degli anni ’20, facendole assurgere a compagne fedeli delle sue performances. Né, da meno, furono la protagoniste ‘belle e dannate‘ dei romanzi di Francis Scott Fitzgerald, che fecero del boa – di struzzo – uno dei personali portabandiera.
Per CHANEL non esiste reticenza. L’effetto Black & White si rende evidente, grazie ai dettagli – a contrasto – che impreziosiscono la blusa. Un completo come tanti? No di sicuro. Piuttosto, il complemento per chi, terminato il lavoro, è atteso ad un evento, dal sapore evidentemente glam.
Dagli ‘anni ruggenti’, fino ai ’30 si corre veloce. E fu proprio in quel periodo che si distinse una voce, roca e sensuale, prima ancora che si passasse dal bianco e nero al Cinema a colori. Di MARLENE DIETRICH – si commentava – “tutto era esasperato. Larger than Life“. Come poteva mancare l’ornamento d’eccellenza, ad adornare le sembianze della Femme Fatale, espressamente trasformata da Travis Banton, capo costumista della Paramount, in una sorta di Uccello del Paradiso?
Potremmo citare Madonna, ma preferiamo soffermarci su LADY GAGA. Miss Germanotta, lo ricordiamo ancora, nel 2018 sfilò sul Red Carpet della Mostra del Cinema di Venezia, indossando una spumeggiante mise, made in Valentino, che tanto la rendeva simile ad una soave nuvola rosa…
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