Wrapping: ed è tutto un altro guidare

Wrapping: ed è tutto un altro guidare

C’è chi la posiziona sull’iPhone. Del resto, che male c’è a personalizzarlo? E chi, potendoselo permettere, preferisce iconografare la propria… Lamborghini. Una cover, momentanea, si intenda, che dia un’imprinting alla propria vettura, rendendola inconfondibile.

Così, da Justin Bieber a noi, comuni mortali, si è fatta largo, in tempo di pandemia, la nuova moda del Wrapping, vale a dire la tecnica, tramite la quale ogni appassionato può decidere di rivestire la carrozzeria della propria auto, modificandone all’istante il colpo d’occhio.

Che si tratti di un bolide sportivo, di un esemplare da collezione o semplicemente delle macchina che ci accompagna in giro tutti i giorni, il gioco è valido per tutte e, a quanto pare, desta scalpore.

C’è, dunque, chi – vd. Tony King, alias Champagne Tony – in previsione di viaggio, a bordo della sua Porsche 964 del ’90, dalla West Coast fino a Denver, ha pensato di agghindarla, in una stilosissima veste Martini Racing bianca, azzurra e rossa, in pieno stile anni Settanta. Un modo per stupire, ma anche lo stratagemma per proteggere l’involucro del suo prezioso gioiellino, durante il lungo percorso.

Ho sempre desiderato un’auto Martini” ha dichiarato il ‘nostro’ e, possedendone l’opportunità, perché non dare corpo ai personali desideri? Cause ‘di forza maggiore’, niente spostamenti. La nuova foggia, tuttavia, è rimasta al proprio posto, almeno fin quando non si è tornati all’elegante grigio originale. In un battibaleno.

E che dire – lo abbiamo appena nominato – di Justin Bieber? Il cantante e attore canadese ha trasformato il suo SUV Lamborghini Urus in una mega caramella, avvolgendolo in rosa salmone opaco. Non di meno, il rapper T-Pain ha mascherato la sua Nissan 240SX, per farla assomigliare al celebre e mematissimo cetriolo di Rick e Morty. Insomma, chi più ne ha più ne metta.

Ma non occorre essere ‘fuori di testa’ per ricorrere al wrapping. Basta un pizzico di sano egocentrismo e, stupite stupite, anche solo un po’ di buon senso che, in fondo – lo si accennava – è un efficace metodo per salvaguardare la vettura. E la copertura non abbisogna necessariamente di essere eccentrica. Ne esistono numerose, dalla tinta elegante, dall’aspetto discreto.

L’antesignana? Forse, e non vorremmo trarvi in inganno, la Lamborghini Aventador di LeBron James, avvolta in una curiosa fantasia floreale, sorta di operazione di marketing per il lancio delle sue nuove Nike, già nel 2013.

E, la richiesta, pare in feroce aumento. Si stima, per il 2021, un incremento esponenziale. Seth Rose, di Art of Wrap a Long Island, prevede di trasformare, nell’arco di quest’anno, più di 100 veicoli. Si va da semplici coperture, da 5 a 60 mila dollari su una McLaren 720S, fino a 160 mila, per un progetto più complesso su una Lamborghini Huracán. Mica roba da ridere.

Un gioco da ragazzi? Parlano le cifre, da sole, a scongiurare l’idea che la questione si possa risolvere per mezzo del ‘fai da te‘. Qui, a dispetto delle apparenze, non c’è nulla di improvvisato. Contano, piuttosto, mestiere, esperienza, professionalità.

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