Ibrida? Sempre meglio che elettrica
Global Automotive Consumer Study 2021 di Deloitte la dice lunga. La ricerca, condotta annualmente e che coinvolge oltre 24.000 consumatori, distribuiti tra 23 Paesi nel mondo, fa luce sulla rinata propensione, da parte degli automobilisti, per le ibride e un discreto interesse per le tradizionali benzina e diesel, a dispetto delle promettenti – così si sperava – elettriche di ultima generazione.
“L’elevato grado di precarietà del quadro economico contribuisce a spiegare l’inversione di tendenza, nelle preferenze dei consumatori“. A parlare è Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte. “Al tempo stesso è, però, importante sottolineare come gli Italiani restino fortemente interessati alla mobilità elettrica. Sono, infatti, i modelli ibridi-elettrici o plug-in a registrare la crescita maggiore, rispetto alla scorsa edizione del report. In altre parole, l’ibrido emerge come soluzione ideale, per avvicinare gradualmente i consumatori alla mobilità elettrica, anche in tempi di incertezza, coniugando benefici economici, sensibilità ambientale, maggiore autonomia di guida e facilità di rifornimento. Nonché prezzi di listino, generalmente più vantaggiosi, rispetto ai modelli full-electric“. Come a dire: ‘Ci arriviamo, sì, ma con calma‘.
Contano, nella derivazione, l’indirizzo sempre più prevalente verso la sostenibilità ambientale e, ovviamente, valutazioni di carattere economico. Dalle spese – risparmiate – per quel che riguarda l’alimentazione del veicolo, ad incentivi e agevolazioni, per quanto attiene i costi di manutenzione.
D’altra parte, il mordente, al contrario, risiede nella mancanza di infrastrutture di ricarica (29%) e nella preoccupazione sull’autonomia delle batterie (27%). Per non parlare del ‘fattore prezzo‘. Oltre il 73% degli abitanti della Penisola manifesta, stando ai sondaggi, evidente fastidio, all’idea di sborsare, per un’auto elettrica, più di 30 mila euro. Il discorso cambia quando, al pensiero, si introduce l’ipotesi di stazioni di ricarica pubbliche, a conferma della necessità di nuovi investimenti, che potenzino l’infrastruttura Nazionale.
“L’evoluzione tecnologica – prosegue Barbieri – non sembra convincere pienamente i consumatori… La quota di coloro che considerano positiva una maggiore connettività a bordo dei veicoli risulta, anzi, in calo, nella quasi totalità dei mercati occidentali, come Stati Uniti, UK, Francia e Germania“. Noi Italiani – a tal proposito – ci muoviamo in controtendenza. Manifestiamo, insomma, aperta curiosità, nei confronti delle nuove tecnologie.
Stando ai calcoli, meno di un guidatore su due si dichiara preoccupato, in merito alla teoria di potenziali attacchi informatici, che possano mettere a rischio la sicurezza del veicolo e dei suoi passeggeri. La percentuale più bassa, a livello Mondiale. Ciò nonostante, solo una quota minoritaria sarebbe disposta a pagare un premium price (400 euro o anche di più), per usufruire di tecnologie avanzate per l’autonomia (45%), la sicurezza (38%) o la connettività (28%) della propria vettura, giacché percepite sempre meno come optional. Bensì, alla guisa di coefficienti standard nella guida.
Va detto, le tecnologie più apprezzate sono quelle che attengono alla sicurezza: sistemi automatici per le frenate di emergenza (83%); avvisi di scostamento dalla corsia di marcia (66%) e rilevatori di punti ciechi della visuale (66%).
C’è, poi, un’altra considerazione: per quasi 8 connazionali su 10, il ruolo delle concessionarie continua a considerarsi centrale. Il numero di chi sceglierebbe di affidarsi al Web per l’acquisto del proprio veicolo si riduce al 14%. I fattori concomitanti? “La possibilità di osservare, esaminare e toccare con mano… prima dell’acquisto, seguita dalla possibilità di effettuare un test-drive e negoziare personalmente il prezzo finale“.
Va aggiunto, poi, che – nel caso – il sito dell’eventuale Concessionaria rimarrebbe, comunque, il canale preferenziale a cui affidarsi. Questione di fidelizzazione, fate voi. E, comunque, restiamo ‘vecchio stampo’. Meno di un quinto (17%) cita – se intervistato – la relazione diretta con il Brand o la Casa produttrice.
Ultima riflessione: lo scenario post-Covid. Prospettive ed intenzioni di investimento hanno risentito degli accadimenti dell’ultimo anno. Qui da noi, differentemente che all’estero, si rimanda o, al limite, si cerca una via di risparmio. E si tenta, per quanto possibile, di tenersi informati – il 60% dichiara di aver speso almeno un’ora, per raccogliere informazioni e confrontare le diverse soluzioni di finanziamento – nella convinzione che consapevolezza equivalga a convenienza.
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