Il Make Up consapevole dei tempi moderni
Trucco. E sia. Ma la storia ci ha insegnato che il rapporto tra il concetto di bellezza, largamente esteso, e quello, più dettagliato, di Make Up, non sempre trovano un comune snodo. Ad epoche in cui ‘il belletto’ ha rappresentato un emblema di potere – o anche il collegamento diretto tra l’uomo e l’Eterno – se ne sono avvicendate altre, in cui dipingersi il volto era bandito.
Dal periodo Classico, in cui il ‘bello’ era la risultanza di un equilibrio di pulizia e salute – ricordate? Mens sana in corpore sano – al Medioevo, età in cui l’artificio del maquillage era considerato, alla stregua di una tentazione diabolica.
E, anche, in anni più recenti, potremmo citare i ’40, ad, es., in cui, viste le condizioni dettate dalla Guerra, l’unico – o quasi – accorgimento in uso era il rossetto (irrinunciabile – tuttavia – va detto); agli ancor più vicini ’80, in cui, tra Disco Music e paillettes, si festeggiava il benessere, inserendo note di colore, praticamente ovunque.
E adesso? Nel 2021, come facile dedurre, la voce forte la fa la mascherina e tutto quel che ne comporta. Vale a dire che cambia l’approccio con il Make Up, che diventa meno asfissiante, meno pretenzioso. A cominciare dalle basi.
Bando, dunque, a fondotinta iper-coprenti, che non lascino respirare la pelle, o ad effetti ‘bambola’, talmente satinati da sapere di finto. Adesso, per la maggiore, vanno texture ultra-leggere, che non coprano, bensì valorizzino l’incarnato, lasciandolo splendente e delicatamente uniformato, nei toni.
Del resto, i numeri parlano chiaro. Si registra, uniformemente, nel settore, un calo. Così, il comparto viso segna una diminuzione, nelle vendite, pari al -28,9%; idem, la sezione dedicata agli occhi: -30,5%. Una flessione, in evidente contrasto con l’aumento, di contro, di manufatti, relativi all’igiene e alla Skincare.
Si evince, in sostanza, un maggior interesse, nei confronti dei principi attivi in commercio e del loro adeguato utilizzo. Un sodalizio, quello tra farmaceutica e cosmetologia, iniziato al principiare del ‘900 e, ora, più vivo che mai.
Il trucco diventa, così, una sorta di ibrido. Non maschera, ma si adopera sulla cute, con effetti curativi. Non è un caso che si rilevi, pure, una crescita tra coloro che – uomini e donne – assumano la consuetudine di acquistare fard, terre e quant’altro in farmacia, considerata, quest’ultima, la nuova Mecca, in grado di soddisfare la ricerca di scientificità, alla base di ogni necessità, indirizzata in questo senso.
Certo, le vendite sono in ripresa. Si conta, a breve, un range, compreso tra il 5% e il 9%. Ma, la più recente consapevolezza raggiunta mira verso cosmetici ‘green‘, con un pubblico destinato – dal 23% di questi giorni – ulteriormente ad espandersi. Ci si sposta, in sintesi, verso una spesa – da questo punto di vista -più adulta. E attenta, soprattutto, tanto da potersi permettere, secondo gli ultimi trend, di comprare on line. Sono sempre più numerosi i Brand che forniscono app, tramite le quali testare matite, ombretti e via dicendo, sui sefie dei consumatori.
E, se non torneremo indietro in fatto di consistenza, una nota a parte la riserveremo al colore. Troppo grigio intorno, nell’anno che ci lasciamo alle spalle, per non percepire, adesso, l’esigenza di un’estate disegnata di vita, di sfumature sgargianti, di libertà, che coincide con espressività, creatività, frivolo divertimento.
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