E se vi dicessimo che questo è un deserto?

Chiudete gli occhi e focalizzate il deserto. Probabilmente, starete immaginando paesaggi brulli, oppure sabbiosi, con le dune che, al tramonto, si tingono delle sfumature più disparate, come quello del Sahara. Oppure starete ripensando a quando vi siete ritrovati in quel dell’ Australia. Lì il deserto è smaccatamente verde, ai limiti del lussureggiante. Ebbene, esiste un altro posto, di impareggiabile e rara bellezza.

Stiamo parlando della regione di Atacama, nel lontano Cile, un luogo ‘magico e stupefacente giacché qui, ogni 7 anni, inaspettatamente, la natura rifiorisce. La Terra arida si ricompone, di colpo, di 200 specie floreali. E dire che, per tutto il resto del tempo, è talmente secca da guadagnarsi lo scettro di territorio più spoglio del Globo. Molto più della Death Valley. 105 kmq, tra le cime delle Ande e le montagne del litorale, che vanno a creare un microclima talmente particolare, da far sì che sul cielo di Atacama non si intravedano nuvole, mai.

Piove assai di rado, insomma. Eccezion fatta per l’ultimo decennio. Gli ultimi scrosci risalgono al 2017, quando sono caduti 95 mm di acqua. Poi, nel 2020, le precipitazioni si sono ridotte ad 1/3, ma fiori e piante si sono presentati ugualmente, regalando uno spettacolo impareggiabile e fornendo, altresì, tregua alla fauna selvatica. Il guanaco, per esempio, è tornato a prosperare, ripopolando il numero di esemplari di lama sudamericano.

Come è possibile? Benché le piogge scarseggino, la terra, da queste parti, tende a trattenere l’umidità, intrappolandola quel tanto che basta, affinché i semi tornino a germogliare, con cadenza pressoché regolare.

Lo scorso anno, complice anche la diffusione della pandemia, l’affluenza turistica è bruscamente calata, ma il fenomeno appresenta tutt’oggi un richiamo turistico d’eccellenza. L’esca, per migliaia di curiosi e un evento di seduzione, che non trova eguali da nessun’altra parte.

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