Io flirto, Tu flirti, Lei flirta…
Tutto procede regolarmente. Talmente va bene che quasi vi è sorta, dentro, la voglia di avventurarvi nel passo successivo. Eppure accade la volta in cui, causa circostanze del tutto fortuite, ci si ritrova occhi negli occhi con qualcun altro, inaspettatamente. Un incontro non previsto, niente affatto calcolato che, però, distrae. Trascina i pensieri in una dimensione ‘altra’. Per una sera, quella sera – e non necessariamente occorre che diventi una notte – ci si dimentica. Si deposita da parte il raziocinio e si intraprende un gioco che, in fin dei conti, fa sentire vivi.
Nonostante la piena coscienza che sia un avvenimento estemporaneo, che il giorno successivo si tornerà ai ritmi della quotidianità o, forse, proprio in virtù di questo, ci si abbandona alle sensazioni. Ci si culla nelle emozioni peregrine di qualche ora, per poi ritrovarsi, al risveglio, aggrovigliati – non sempre, per fortuna – nei sensi di colpa.
Roba di una sera, ci si conforta. E, poi, tradimento non c’è stato. Come dire, manca il reato. Allora, perché sentirsi già sotto processo, come il più turpe dei colpevoli?
Potenza del flirt, ci viene da rispondere. Di quell’ ‘amoreggiamento, che non implica un vero e proprio legame affettivo‘ o, ancora: ‘amoreggiare, per piacevole gioco o passatempo, con rapporti che stanno fra l’amicizia e l’amore‘. Scegliete voi la definizione che più vi appartiene.
Ma è poi davvero un male? Risposta vuole che il tutto si risolva, secondo la percezione che ciascuno dei due componenti della coppia ne ricava. Se, per alcuni, altro non è, se non un momento di innocente evasione, esente da malizia; c’è, invece, chi lo vive come una vera e propria mancanza di rispetto.
Paradossalmente, può rivelarsi, questo, nei termini di valvola di sfogo, nella condizione in cui si abbia a che fare con un partner esageratamente geloso/a. Ci si allontana, in sintesi, ma soltanto per un po’ e senza commettere ‘peccato’. E non mancano coloro, per cui flirtare diventa automatico, quando ci si ritrova a bere un bicchiere di troppo, rispetto alla propria media. I freni inibitori si allentano, così pure la parlantina si fa più spigliata. E, magari, non solo quella. Occhio alle bollicine, insomma.
Ma cosa spiega il fatto che ci si percepisca ‘adulteri’, pur non avendo consumato? Beh non esiste, al riguardo, una risposta univoca. Tutto dipende dal vissuto personale; da quel che il passato ci rievoca.
Gli psicologi chiariscono che il nodo sta nelle ‘intenzioni‘, vale a dire le motivazioni che, di base, ci inducono al ‘gioco’. Per chi, caratterialmente estroverso, un atteggiamento spontaneo e cordiale fa parte della propria indole, non vi sono da ricercare significati nascosti. Diversamente, chi si è sentito, nel personale passato, represso, porterà con sé un bagaglio di paranoie ed idiosincrasie, relative a quanto accadutogli addietro.
Dunque, se la verità è sempre nel mezzo, non c’è da stupirsi se la regola valga anche in queste circostanze. Pavoneggiarsi con un estraneo/a, in fondo, potrebbe addirittura far bene al rapporto, purché ci si accerti che l’altro o l’altra in questione non abbia già prenotato una stanza d’albergo. D’altro canto, se il medesimo comportamento lo si manterrebbe anche in presenza del rispettivo compagno o compagna, perché leggerci qualcosa di diverso, di poco pulito, per il semplice fatto che non era presente?
A risposta positiva, relax, Signori, è solo l’umana natura. Ma se se ne deduce un no, allora c’è da interrogarsi, e non solo sul flirt.
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