Quel piano a salvaguardia della Terra… e di chi la lavora, ogni giorno
Un progetto nel progetto. Come in una Matrioska, quel che conta è arrivare al nocciolo, ossia agevolare, per gli agricoltori Italiani, medi e piccoli, l’idoneità, nel contravvenire ai cambiamenti climatici.
Questo l’obiettivo, che raccoglie in sé le competenze, assieme, di UnipolSai Assicurazioni, Arpa Emilia-Romagna, CREA Ricerca, CIA-Agricoltori Italiani, Legacoop Nord Italia, Regione Emilia-Romagna, Legambeinte, Leithà | Unipol Group.
Una vera e propria armata, schierata, a partire dal 2020, a contributo di Life ADA (Adaptation in Agriculture), nella salvaguardia della redditività del settore, appunto, di cui sopra.
‘CARTA CANTA’
Partiamo dai dati: stando a quanto attesta l’Agenzia Europea dell’Ambiente, le perdite economiche registrate, a tal proposito, nel nostro Paese, sono tra le peggiori dell’U.E.
E, seppure si è sempre dimostrata, da questo punto di vista, una straordinaria capacità di adattamento, ciò non toglie che la frequenza – in costante crescita – di eventi metereologici dalla portata estrema, come pure la difficoltà nell’anticipare gli scenari futuri, comportino, entrambi, una sfida che merita, in supporto, ulteriori risorse.
Il fine è tutelare dall’impatto il settore agricolo, ammortizzando il rischio di perdite enormi, primo passo verso la debacle dell’intera filiera. Nel ragionare, del resto, ci si rende conto di come vengano messi sotto esame quegli stessi requisiti di qualità alimentare, imprescindibili e così legati alle peculiarità del territorio. Sicurezza, valore nutrizionale, culturale e patrimoniale rappresentano una fonte certa di guadagno e allo stesso tempo, adesso, si disegnano come fattori in bilico.
Se è vero, infatti, che un numero sempre maggiore di cittadini decide di affidarsi alle Aziende, è altrettanto verificato che pretenda, di contro, risposte riguardo, ad es, alle indicazioni geografiche o alle caratteristiche biologiche di ogni prodotto.
Dunque, urge studiare strategie, affinché non si sia costretti all’eliminazione di determinate derrate, piuttosto che promuovere processi innovativi, sola strada di sopravvivenza per il comparto produttivo. Cambiamenti, che vanno attuati a livello locale, tanto per cominciare, e a partire già da oggi, ma che hanno in preavviso piani più estesi.
NEL GIOCO DELLE PARTI, A CIASCUNO IL SUO RUOLO…
In questa sorta di gara entrano, dunque, in gioco, gli Assicuratori, con il triplice ruolo di gestori del rischio, promoter di resilienza e investitori.
Considerazioni, che hanno condotto Gruppo Unipol a farsi portavoce di un’iniziativa, innovativa e multi-stakeholder. Un sofisticato e ambizioso disegno, per trasferire competenze e informazioni ad agricoltori e O.P. riguardo a quanto sopra accennato, incrementandone le rispettive doti.
Premesso lo scenario, 3 saranno le catene protagoniste del percorso: latte e derivati, frutta e verdura e con esse il vino rappresentano, d’altronde, il 40% del reddito agricolo nostrano e quasi il 20% della categoria. Un’avventura, per cui UnipolSai Assicurazioni ha scelto di avvalersi della collaborazione di due Istituti Scientifici; due Organizzazioni di categoria Agricola; una Società di Big data e innovazione; una ONG ambientale e una Regione.
Un’idea, cofinanziata, peraltro, dalla Commissione Europea, nell’ambito del Programma LIFE e che entrerà nella sua fase di sperimentazione il prossimo autunno. Implementata nel 2022 in tutto lo Stivale, nelle intenzioni, si protrarrà fino al 2023.
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