Green Pass: manovre di Governo
Work in progress, si diceva un tempo. Vale a dire che siamo in corso d’opera e di definitivo, ancora non c’è nulla ma, dati gli ultimi rilevamenti pandemici, nuovamente in aumento, ci si allerta per prevenire un’ennesima ondata e i disagi – ormai lo sappiamo a memoria – ad essa legati. Così, ci si muove su modello Francese, ma seguendo una linea… ‘più dolce’.
Il certificato alla Macron prevede l’obbligo di vaccinazione per i viaggi a grande distanza. E sia. Ma, tra i provvedimenti ai cui pensa l’Esecutivo, su suggerimento dei Tecnici, c’è anche quello di riservare – almeno per alcune attività – l’utilizzo del foglio verde, solo dopo aver ricevuto la seconda dose. Misura, peraltro, convergente alle indicazioni dettate dall’Unione Europea.
“Abbiamo test su treni e aerei Covid free. La prossima settimana analizzeremo le varie possibilità e sono sicuro che troveremo un equilibrio“, confermano dalle Infrastrutture.
Un utilizzo diffuso della misura eviterebbe, del resto, il ricorso a parametri più restrittivi. Su questo fronte, avanza l’ipotesi di un maggior peso dell’Rt ospedaliero – 30% delle terapie intensive e 40% dei ricoveri ordinari – sui profili di rischio, da assegnare alle Regioni. “Se non vogliamo tornare a dover chiudere il Paese, non possiamo perdere tempo e non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti“. A Bruxelles, è la stessa Ministra Gelmini ad illustrare la posizione dello Stivale.
E, come accade per quanto attiene ai temi scottanti, anche in questo caso, la Maggioranza si divide. Favorevoli all’introduzione del decreto Pd e, entro certi limiti, Italia Viva; contrario, invece, il M5S, soprattutto per quanto riguarda l’applicazione a bar e ristoranti. “Ci sono luoghi con grandi afflussi di persone, dagli Stadi ai concerti, fino alle discoteche, che devono aprire e, per queste attività, riteniamo certamente utile l’introduzione di un Green Pass. Diverso è il discorso per bar o ristoranti. In questo momento, introdurlo per accedervi significherebbe solamente limitare una ripresa già enormemente faticosa, dopo mesi di sacrifici“. La Lega, con Matteo Salvini in prima linea, si dichiara contraria. Se ne parlerà, “se e quando ce ne sarà la necessità. Adesso chiediamo attenzione e rispetto delle regole, però non possiamo terrorizzare la gente prima del tempo“. E se pure Fratelli d’Italia rema contro, Forza Italia rimane su una posizione intermedia.
Di fatto, pure tra Presidenti di Regione il dibattito è aperto. Così, se in Lombardia, per Attilio Fontana, “i numeri non sono tali da giustificarne” l’obbligo esteso; per Nicola Zingaretti, nel Lazio “è utile per gli eventi di massa“. Quello atteso per l’inizio della prossima settimana sarà, dunque, un tavolo tecnico effervescente. Valutati i dati del contagio, i si sforzerà per fornire la giusta proposizione alla successiva cabina di regia, guidata dal Premier Draghi.
Al di là del probabile, l’idea, a più vasto raggio, è che il lasciapassare serva per spettacoli, cinema, concerti, come pure per palestre e piscine e, in generale, per tutte le concentrazioni di persone, al chiuso e all’aperto. Le discoteche, ancora, attendono una data per la riapertura e si parla, in merito, dell’introduzione di un Qr code.
Resta, poi, aperta la questione della privacy, con i relativi dubbi del Garante e l’ipotesi di una norma di legge. Secondo gli esperti, l’uso estensivo del ‘deterrente’ eliminerebbe zone colorate ed eventuali nuove chiusure, ma intanto si procede a tentoni. La variante Delta – ce ne stiamo rendendo conto in questi giorni – obbliga ad operazioni chirurgiche, circoscritte. Un focolaio via l’altro e si chiude.
L’impressione è che, prima che si affacci un raggio di Sole, ancora ‘troppa acqua abbia da passare sotto i ponti‘…
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