Il futuro? Sta tutto nella Brand Reputation
Media Relations e Digital PR. Paroloni? In fin dei conti, si tratta di qualcosa di assai semplice. Qualcosa che, di certo, conosce a fondo e di cui si avvale, ormai da diverso tempo, il Gruppo Unipol.
A testimoniarlo, Fernando Vacarini, nel ruolo di Responsabile Media Relations, Corporate Reputation & Digital PR. Un modello organizzativo, quello di cui si serve l’Azienda, evidentemente proficuo e assai copiato, dato l’alto livello di affidabilità che ne deriva.
Entrano in gioco – nel percorso – strumenti come il RepTrack, atti a captare le esigenze degli stakeholder (dal mercato più tradizionale alla rete) e definire, partendo dall’ascolto, punti di forza e debolezza, tali da consentire di perfezionare quella che, in gergo, conosciamo come Brand Reputation. Garanzia dell’oggi, ma anche per il futuro.
Dunque, entrando nel dettaglio, di indicatore in indicatore – se ne contano, in totale, 7 – l’incidenza è stata dettata, in passato, e tuttora così accade, caso per caso, dalle esigenze del momento. Lapalissiano esempio ne è la pandemia, con tutto quel che ha comportato. Di fatto, in primo piano rimane l’attenzione verso quelli che vengono considerati punti deboli. Quelli, cioè, su cui lavorare, per fortificare l’immagine dell’Impresa.
Un mestiere, quello della comunicazione, antico eppure sempre nuovo, grazie ad un itinerario, che ha saputo riscriversi negli anni. Così, l’idea che, un tempo, era incarnata dalla ‘Sciura Comunication‘ – per dirla in gergo Milanese – è andata via via sostituendosi con regolamentazioni assai stringenti, che hanno visto interessate soprattutto le Società maggiormente quotate.
L’avvento delle moderne tecnologie ha, del resto, cambiato, almeno in parte, le carte in tavola. L’approccio Top down, ha finito per riservarsi unicamente alle competenze istituzionali. Viceversa, nella volontà di raggiungere un target differente di potenziali clienti, comprese le nuove generazioni, ai quali si voglia raccontare di prodotti e servizi, non ci si può certo esimere dal mondo digitale. Social, evidentemente più il linea con il mercato di riferimento.
E, se un tempo esisteva, a cui fare appello nelle situazioni di impasse, la Comunicazione di Crisi, per prevenire la quale, tuttavia, non si lavorava e che fotografava l’istantanea dello stato Socetario, senza – tuttavia – anticiparne le sorti; oggi, la Reputation risulta essere il mezzo più idoneo, per fornire un quadro continuativo, rispetto alla situazione di salute dell’Azienda. La ‘Cultura del sempre pronti’, per riassumere, di cui Unipol risulta, senza dubbio, leader.
Una professione, per chiudere, quella del Reputation Manager, che si basa essenzialmente su tre elementi: curiosità, attenzione e specifica del contenuto, obbligatoriamente di qualità. Alle cognizioni più strette si abbinano, cioè, apertura mentale e sensibilità, per comprendere quali strategie adoperare all’uopo. Rispolverando e interagendo con il passato, avendo il coraggio di preventivare un domani non ancora sperimentato.
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