Piante grasse: lo sapevate? Vanno a ruba
Grassa, grasso, grasse … è un’accezione che ci lascia sempre un po’ perplessi, se non quando, forse, si riferisce alle piante. Un Universo verde, in cui tutto è concesso, persino quell’aggettivo così scomodo che, invece, pare adattarsi perfettamente agli arredi degli appartamenti, in qualsiasi latitudine essi siano posti. Hashtag come #plantsofinstagram, #succulents e #plantsmakepeoplehappy, di fatto, restituiscono milioni di risultati, su Instagram. #PlantTikTok conta 3,5 miliardi di visualizzazioni, sull’app.
Tuttavia, se le collezioni di Cactus, made plantfluencer, includono, nella maggior parte dei casi, specie per lo più rintracciabili nei vivai, per taluni collezionisti specializzati l’impegno, coscienzioso, è volto alla ricerca di esemplari unici. Molti richiedono habitat iper-specifici, alcuni dei quali non superano una manciata di chilometri quadrati; mentre la maggior parte chiede tempi di crescita assai lenti. Chi decenni, chi – addirittura – centinaia di anni, al fine di raggiungere le dimensioni ricercate.
Caratteristiche che, per gli amatori, fanno delle loro creature oggetti rari, da contendersi e che ne aumentano, paradossalmente, il valore sul mercato. Ed è, quest’ultimo concetto, talmente veritiero, da accrescere, a sua volta, il livello di bracconaggio, alimentando il mercato nero.
Una problematica, che coinvolge soprattutto il Sud Africa e il Kenya, località in cui i criminali stranieri espiantano centinaia di specie rare per soddisfare la domanda, ogni giorno più vorace.
“Il mercato asiatico di queste piante è insaziabile. È gigantesco“, spiegano dal Dipartimento di scienze biologiche dell’Università di Città del Capo. “C’è una mania del collezionismo. La gente vuole queste piante selvatiche, che possono arrivare anche a cento anni. Vengono portate via dagli abitanti del posto, alcuni dei quali hanno perso il lavoro durante il lockdown. Stanno ripulendo le terre, prendendo anche piante molto, molto vecchie. Questa è la tragedia; non stanno raccogliendo solo i semi“.
Solo all’inizio dell’anno scorso, si comunica, in Italia, sono stati sequestrate quasi mille specie di Cactus tra i più rari del mondo, valutati – peraltro – oltre un milione di euro.
Piante, riconducibili per la maggior parte al territorio Cileno ed esportate illegalmente. Alcune avevano ben più di un secolo. Si tratta, probabilmente, del più grande sequestro Internazionale di Cactus, nell’arco di tre decenni. “Ecco un organismo che si è evoluto nel corso di milioni di anni per essere in grado di sopravvivere nelle condizioni più dure che puoi trovare sul Pianeta, ma che finisce la sua vita in questo modo, proprio come un oggetto da vendere“. Un’amara conclusione che, per di più, contempla pure i delicati meccanismi dell’Ecosistema.
In un momento in cui oltre il 30% delle quasi 1.500 specie rischiano di scomparire, le azioni dei bracconieri minacciano di derubare il Globo della sua biodiversità.
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