E l’Inghilterra fa dietro front…
Parliamo ancora una volta di Green Pass – e come potrebbe essere altrimenti, tra le tematiche più gettonate di questi ultimi mesi – ma affrontiamo il tema, puntando all’estero. E così l’ultima, in fatto di news, è che la Gran Bretagna rinuncia ad introdurre il famoso e tanto discusso Foglio Verde.
Il Governo di Boris Johnson ha annunciato, in sostanza, di aver accantonato l’idea di imporre un passaporto vaccinale per discoteche, cinema ed eventi sportivi. Un provvedimento, ventilato in precedenza, che sarebbe dovuto entrare in vigore a fine mese. Tuttavia, è arduo immaginare l’approvazione da parte del Parlamento Britannico. Persino una generosa fetta del partito conservatore si era schierata contro, definendo la misura ‘coercitiva e discriminatoria‘. Fieramente opposti, per ovvie ragioni ideologiche, erano i liberaldemocratici e così, pure, il leader laburista Keir Starmer, che aveva bollato l’idea di un passaporto vaccinale come ‘contraria allo spirito britannico‘.
D’altro canto, si tratta di un Paese in cui le Carte d‘identità vengono viste come un grave attentato alla libertà personale, dove non si procede all’identificazione neppure in occasione del voto presso il seggio elettorale. Lo si ritiene un sopruso inaccettabile. Come ebbe a dichiarare un deputato conservatore: “non siamo il tipo di Paese che chiede i documenti alla gente”, figurarsi il Green Pass…
AVANTI TUTTA CON I VACCINI
Una retromarcia, giustificata dalle affermazioni degli scienziati, che ritengono che gli attuali vaccini costituiscano una efficace “prima linea di difesa” contro un’eventuale ondata invernale di Covid.
Johnson, dunque, dopo il ‘liberi tutti’ dello scorso 19 luglio, pare determinato a non reintrodurre restrizioni. Addirittura, in settimana annuncerà la fine della legislazione d’emergenza e la rinuncia, da parte di chi siede sulla scranno di Stato, al potere di imporre limitazioni alle attività economiche, alle scuole e Università, oltre che a raduni ed eventi. Insomma, mai più – si auspica – un nuovo lockdown.
D’altronde, l’ambiziosa scommessa di luglio – riaprire, nel mezzo della terza ondata – pare essersi rivelata vincente. Le profezie infauste degli esperti – fino a 200 mila contagi al giorno – non hanno trovato seguito, con lo stabilizzarsi dei nuovi casi attorno ai 30 mila quotidiani. Soprattutto, grazie alla ‘diga‘ dei vaccini, non si è registrata nessuna ripercussione significativa su ricoveri e decessi.
Siamo, quindi, al via di partenza per la campagna che riguarda la terza dose, con milioni di persone coinvolte, già in autunno. Bisognerà, inoltre, pianificare la vaccinazione per bambini sopra i 12 anni, in un primo momento esclusa. Restano i timori per l’inverno, quando al Virus che, in ogni caso, continua a circolare, potrebbe sovrapporsi una brutta influenza. Il possibile risultato? La saturazione di un sistema sanitario, sovente al limite delle capacità. Ma a Londra – eccesso di ottimismo? – guardano oltre. Puntano decisamente al dopo-pandemia.
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