Che barba… questi uomini
Avete presente la narrazione biblica di Sansone e Dalila? Ebbene, se la forza indiscussa dell’uomo era, nel racconto, custodita nei capelli, è pur vero che, già nei tempi antichi, altro punto di virilità era rappresentato dalla barba. In essa si convogliavano i principi di personalità, saggezza, fertilità. Era, allora – e, in verità, poco è cambiato – l’accessorio che rendeva manifesto il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, contraddistinto, nel corso della storia, dal volto di divinità, eroi, progenitori.
Del resto, a scegliere di indossarla erano, spesso, gli uomini più valorosi e saggi.
Dunque, novembre è il mese prescelto per celebrarla e ricordarne la simbologia. E’ in questo periodo, infatti, che i Mo bro (fratelli di barba) la lasciano crescere, insieme ai baffi, per manifestare la rispettiva solidarietà al movimento Movember. Quest’ultimo, a sua volta, è dedito alla raccolta di fondi, a favore della ricerca e della sensibilizzazione, relativa alle questioni di salute maschile.
Se ad ottobre, in pratica, si lotta contro il tumore al seno, nei successivi 30 giorni si rivolge l’attenzione verso il carcinoma alla prostata.
E, a ben guardare, la simbologia a disposizione risulta piuttosto nutrita. Si va niente meno che dal volto di Dio, rappresentato da Michelangelo in quel della Cappella Sistina ai numerosi personaggi rappresentati, secondo Il libro dei simboli edito da Taschen, muniti del medesimo attributo. Vale a dire, i governanti di Persia, Assiria, Babilonia ed Egitto. Questi ultimi, in particolare, andavano fieri delle proprie chiome rasate, accompagnate da barbe posticce, assioma di sovranità.
Persino la statua in bronzo del dio Thor (X secolo, Islanda) lo vuole raffigurato mentre stringe tra le mani la lunga barba, accanto al suo emblema: il martello.
Rivolgendoci all’oggi, è facile intuire come si siano sdoganati tagli e lunghezze. Corta e appena accennata; oppure lunga e selvaggia. La sfoggiano le Star del Cinema, così come la si incontra nel quotidiano, per strada.
Di fatto, incorniciando bocca e mandibola, è stata di sovente associata al potere della parola. Accarezzarla è un gesto comune, associato, in genere, ad un atteggiamento di riflessione. Ed ancora, financo in passato, chi ne faceva orgogliosamente mostra era spesso, nel pensiero ricorrente, considerato uomo di scienza (non fosse altro, perché in favore di ricordare quella del buon Leonardo).
E, pensate, c’è chi la considera, addirittura, strumento di protesta. Che sia contro un sistema politico o nei confronti della Società tutta, poco conta. Presenza costante sui volti dei giovani ribelli degli Anni ’60, è assurta, più in là, ad indispensabile accessorio per i ragazzi, dal carattere alternativo.
La tendenza hipster ha condotto, poi, nel corso degli ultimi anni, all’apertura di inediti saloni dedicati al mondo del grooming, conferendole il ruolo di ‘fattore di mercato’.
Se, infine, volessimo parlare di rivoluzioni, come non ricordare quelle, emblematiche, di Fidel Castro e Che Guevara? Baffi e barba si sono tramutate, in tal caso, nell’effige dei due Leader comunisti, privilegio da combattenti, segno di imitazione per quanti, nella vita, intendano manifestare le personali velleità anticonformiste.
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