Octopus Haircut: quel taglio prelevato ai fondali marini…

Octopus Haircut: quel taglio prelevato ai fondali marini…

L’intenzione è quella di ‘rubare’ dal mondo animale e già ce lo aveva dimostrato il wolf cut, vale a dire il taglio di capelli ispirati al lupo. Adesso, fonte di idee è il mondo marino. Nasce così l’octopus haircut, letteralmente taglio di capelli da polpo e il trend, nel giro di poco, si è dimostrato in inarrestabile ascesa.

Dal tono arruffato, la speciale sforbiciata deve il suo nome alla particolare silhouette che finisce per disegnare sulla testa: volume in alto, grazie a scalature estreme e lunghezze molto sottili, che scendono ben sotto le spalle. Riproposizione, lo abbiamo accennato, dei tentacoli di una piovra.

Più estremo e più lungo di uno shag, multistrato e ribelle, fa parte degli hairstyle dallo stile ribelle, che evocano gli anni Settanta e Ottanta. Ne viene considerato altrettanto lungimirante esempio il mullet con tutte le sue varianti, tornato prepotentemente di moda, in questa ultimissima rivisitazione del vecchio secolo.

Si tratta di uno look “molto forte tra i più giovani, per ora più nel Nord Europa che in Italia“, ci spiega chi, dell’argomento, ne sa.

Solo elogi? “Quando si taglia così tanto scalando le lunghezze, si crea molto volume sulla parte alta della testa. Quindi, se i capelli sono già molto ricci, potrebbero diventare più difficili da gestire“, aggiungono gli esperti, mettendo in evidenza i possibili ‘rischi’ di una scelta del genere.

D’altra parte, risulta perfetto “per divertirsi con i colori e l’effetto bicolore. Ha forme geometriche molto precise, da calibrare in base alla forma, liscia o mossa, della propria chioma e, come altri tagli molto scalati, incornicia il viso, evidenziandone tutte le linee, a partire da quelle del naso e del mento“.

Una sfida, insomma, ripercorribile o meno, a seconda del grado di coraggio e della volontà di sperimentare. Un gioco, in fondo che, a ben guardare, non costa nulla, se non la pazienza, una volta che ci si sia stancati, di attendere che ciocca dopo ciocca, il nostro capo rifiorisca…

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