‘Questi due, cacciateli via dal set!’
‘Così è che vi pare‘, in riferimento ad una celebre opera pirandelliana. E invece no. Nel pieno della Generazione Z, ci tocca ancora sentire parlare di censura e di quella dirimente, inopinata. Tranchant, per giustificazioni che, almeno a parer nostro, non trovano appiglio.
Così è per Assassinio sul Nilo. La trasposizione cinematografica di uno tra i più celebri romanzi di Agatha Christie, uscito da poco nelle sale Italiane, non è esente da polemiche.
Dopo la proiezione, in Egitto e in altri Paesi arabi, si è gridato allo scandalo, vista la presenza, tra gli interpreti, di Gal Gadot, attrice, ex soldato dell’esercito israeliano. A segnalarlo, il sito Al Monitor, il quale riferisce come, secondo i detrattori della pellicola, quest’ultima “apra la strada alla normalizzazione culturale e artistica con Israele“.
Stando ai fatti Gadot, ex Miss Israele – per l’appunto – nel 2004, prima di intraprendere la carriera artistica, avrebbe assolto al servizio militare obbligatorio di due anni, nel suo Paese.
A tal proposito, Libano e Kuwait avrebbero, dunque, vietato la proiezione del film, per la regia di Kenneth Branagh, uscito comunque nelle sale egiziane dal 9 febbraio e, dal giorno dopo, anche in quelle saudite. E, ora, notizia ancor più recente, anche la Tunisia lo avrebbe ritirato dalla veicolazione, in seguito alle proteste degli attivisti filo-palestinesi.
Un episodio niente affatto inedito, giacché, già nel 2017, sempre il Kuwait aveva negato la visione di un altro girato, Wonder Woman, protagonista la medesima professionista.
La polemica, tornando a noi, è divampata sui media egiziani, già dal rilascio del trailer, a fine 2021. E c’è dell’altro. Bandita la donna, la diatriba si è riversata su Armie Hammer. A sua volta, la Star statunitense sarebbe stata accusata, precedentemente, di stupro, aprendo così la strada ad un ulteriore capitolo di questa complicata kerelle.
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