Amor ch’a nullo amato…

Ah l’amore… l’amore… Lo cerchiamo, lo fantastichiamo, lo desideriamo… Poi, però, ci fa paura. Allora cominciamo a farci domande su domande. Riguardano l’altro, in buona parte, ma contemplano anche noi.

In particolare, può capitare di chiederci: “Sono davvero innamorato/a?“. E certo, le fasi, a partire dall’infatuazione, sono diverse e numerose. Come fare, dunque, ad interpretare i sentimenti che più strettamente ci legano ad una persona? Come codificare se realmente siamo coinvolti o meno?

Esiste, al riguardo, tutta una serie di segnali capaci di definirci e che, se non altro, ci introducono in una dimensione più chiara di quel che proviamo. Vediamo insieme quali…

• Domandati: “E’ il mio primo pensiero appena sveglio/a? E’ l’ultimo, prima di chiudere gli occhi? E, nel corso della giornata, quante volte la testa vaga, rivolgendosi a Lui/Lei, perdendosi nella fantasia di baciarlo e/o condividere quel che mi succede?“

• Se nonostante la stanchezza o l’umore di traverso hai comunque desiderio di incontrarlo/a, probabilmente non ti è del tutto indifferente. Se poi lo stato d’animo riesce addirittura a cambiartelo, beh, allora c’è da riflettere…

• Cosa conta di più, la tua o la sua felicità? Se non ti costa rinunciare ad una parte anche importante di te, sei già un bel passo avanti.

• Abbracciarlo/a, tenergli la mano mentre siete insieme, in pubblico. Esternare, in sintesi, le tue emozioni, senza vergogna. Sono tutti comportamenti che presuppongono un cuore interessato, in maniera palese e sincera.

• Ciò che in nessun altro sopporteresti, in Lui/Lei non solo lo tolleri, ma magari ti piace. Pensi che faccia parte del suo carattere e che lo/a rendano, ai tuoi occhi, unico/a.

• Quel che provi è scevro da calcoli e condizionamenti. Non giudichi, non pretendi… Ti dai e basta.

• Fai progetti a lungo termine o, se non altro, hai voglia di sognare al suo fianco. Che si tratti di un viaggio, di una convivenza, di figli… l’immaginazione corre, solo quando si sente libera di farlo e motivata.

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