I segreti del Führer dissotterrano anche un amore dolcissimo…

I segreti del Führer dissotterrano anche un amore dolcissimo…

Esistono segreti, destinati a rimanere tali per sempre. Altri, che chiedono a gran voce di essere rivelati. Vasi di Pandora, che pretendono di venir scoperchiati perché il carico di ciò che conservano in sé è esageratamente pesante. Se ne parla, magari, per anni. Le dicerie di accavallano, le congetture, pure. Come se, silenziosa ma presente, fosse insita la consapevolezza che mai si arriverà alla verità. E, invece, non sempre è così. O, almeno, non è detto che debba esserlo.

Adolf Hitler

E’ il caso, ad esempio, di quello che, da tutti, viene considerato il tesoro di Himmler. Ebbene, adesso due ricercatori, sulle sue tracce da anni, sono pronti ad impugnare pale e picconi, per scavare sotto una villa del diciottesimo secolo. Una ‘casa di piacere’ – sentite bene, che qui, nella favola, si nasconde un’altra favola – che troneggia su una collina alle porte di Minkowskie, nella Slesia polacca. Qui, il Reichsführer delle SS avrebbe nascosto 48 casse, contenenti – ognuna – parte del medesimo patrimonio che sarebbe servito, secondo alcuni storici, a garanzia del Quarto Reich.

Così, i due hanno trascorso fior di primavere – 10, per l’esattezza – a scartabellare scritti e resoconti, nella speranza di venire a capo di una faccenda, intricatissima e misteriosa. Hanno confrontato date, letto e riletto documenti, dispacci, lettere, diari, informazioni, ufficiali e ufficiose, che potessero aiutarli ad identificare l’esatta posizione dell’oro di Breslau. Tonnellate di lingotti, vero, ma anche opere d’arte e altri preziosi, rastrellati dagli scagnozzi di Himmler e accumulati nella Reichsbank, partiti su un treno da Breslavia, per poi scomparire chissà dove, alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

C’è un diario – pare – proprietà di un alto ufficiale delle ‘squadre di protezione‘ di Hitler… Ebbene, pare – è d’obbligo continuare a sottolinearlo – che sia stato consegnato, per mano dei membri di un’antica loggia di Quedlinburg, insieme ad una mappa e altri documenti top-secret dell’epoca.

L’ufficiale in questione, denominato Michaelis, avrebbe indirizzato gli intrepidi cacciatori proprio là dove, attualmente, rimangono solo le spoglie di quello che doveva essere stato un elegante palazzo, dal tetto celeste. Il mezzo miliardo di sterline che tutti cercano potrebbe trovarsi esattamente qui.

L’edificio – due piani, tetto spiovente – rappresenterebbe, oggi, la location ideale per un film di fantasmi. Di fatto, venne requisito durante l’occupazione nazista e utilizzato a mo’ di bordello dagli ufficiali che portavano la testa di morto sul bavero. A ben pensarci, pieno di fantasmi lo è sul serio, giacché erano, costoro, gli incaricati di ‘cancellare’ dalla faccia della terra ebrei, zingari, partigiani, oppositori e sostenitori del comunismo. In quella strana casa, in fondo ad un pozzo, attende – da oltre 60 anni – di essere riportato alla luce un capitale forgiato dal male. Cresciuto nel male.

Nelle pagine, vergate a mano dall’ufficiale nazista, si legge: “Mia cara Inge, porterò a termine il mio compito, se Iddio vorrà. Alcune operazioni di trasporto hanno già avuto successo. Le restanti 48 grosse casse della Reichsbank e tutte quelle appartenute a diverse famiglie, le affido a te. Soltanto tu sai dove si trovano. Possi Dio aiutarti e aiuti me, a finire quanto ho iniziato”.

L’ultima nota è datata 12 marzo 1945. “Inge, cara Inge…” scrive Michaelis, alla prostituta di cui si era invaghito e, nel parlarle, le rivela l’esatta posizione di quel che, per il resto del mondo, rappresentava e rappresenta tutt’ora, un mistero. Un’amore strano… ma fedele. E ricambiato.

La ragazza, pare – perdonate, ma non possiamo esimerci – era talmente innamorata del bell’ufficiale ariano, che si era fatta convinta che Lui sarebbe tornato a prenderla e, magari avrebbero dissotterrato le casse, insieme. “Nessuno credeva, allora, che la regione sarebbe passata sotto il controllo dell’Unione Sovietica. C’è stato un periodo di due mesi, nel 1945, in cui (la giovane, ndr) deve aver dovuto nascondersi dai Russi“. Ma, una volta tornata, la zona era intatta.

Come se tutto si fosse cristallizzato…

Il diario dice che i depositi… sono sepolti a 64 metri, sul fondo di un pozzo. Sarebbe un compito enorme scavare quel sito“. Pensare che, quello stesso luogo, divenne, sotto la dominazione dell’Unione Sovietica, un asilo e, per qualche tempo, persino un cinema.

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