Quel tempo distonico della Ares film…
Feste con Vip, gente conosciutissima. Misteri e magia nera. E ancora, un suicidio, troppo poco convincente per il medico che ne ha constatato il decesso. Il corpo, che viene cremato in tutta fretta, rendendo impossibili nuovi accertamenti. Un testamento che, per la Procura di Roma, risulterebbe mistificato.
Avrebbe consentito – quest’ultimo – al produttore Alberto Tarallo, patron della Ares film, di porsi ad erede universale del patrimonio del compagno, Teodosio Losito, scomparso (per mano propria?) nel gennaio 2019, presso la villa della coppia, a Zagarolo, alle porte di Roma.
E lo stesso buio che avvolge quel luogo ‘starno’, diventato dimora degli artisti della scuderia della Casa Cinematografica, intorpidisce – pure – i documenti di un’inchiesta, che vede Tarallo indagato per falso e istigazione al suicidio, anche se, per questa seconda ipotesi, il pm avrebbe deciso di chiedere l’archiviazione.
No, non è la trama di chissà quale pellicola, né di una serie Tv. E’ successo e, nel fattaccio, sono coinvolti fior di attori, almeno dal punto di vista della notorietà. A cominciare da Gabriel Garko, volto di punta dell’Azienda che, per anni e per sua stessa voce, si è visto costretto a fingere di essere etero. Il bello delle donne era e doveva rimanere tale, per tutti gli Italiani.
“Eravamo tutte pedine di Tarallo“, racconta. “Decideva il bello e cattivo tempo. Eravamo sotto ricatto psicologico. Già quando andai da lui, nel 1992, ero gay e Tarallo mi diceva che dovevo nasconderlo assolutamente, per la mia carriera“. E ancora: “Mi indusse a lasciare il mio compagno, senza impormelo, ma conducendomi alla decisione, sulla base di ciò che mi diceva ogni giorno“.
Garko parla anche delle false relazioni: “Mi fece fintamente fidanzare con Eva Grimaldi“. Poi, riprende: “Ci voleva a casa tutti insieme, perché voleva il controllo totale. La sua prerogativa era cambiare nome all’artista, decidere tutto“. Una pressione che, stando all’interprete, era al limite del ricatto: “Con questa storia dell’omosessualità mi ha sempre avuto in pungo. Molte volte mi ha detto che i giornali stavano per pubblicare la notizia e che lui era riuscito a bloccarla“.
Non è il solo a rivelare quello che, chi era avvezzo al ‘dietro le quinte’, probabilmente, conosceva già.
Eva Grimaldi, dal canto suo, aggiunge: “Ho avuto restrizioni che a me non piacevano, ma che mi facevano comodo. Non potevo conoscere nessuno. Ero chiusa, come in una gabbia“. Nel 2011, la decisione di lasciare: “Mi sono innamorata di Imma Battaglia. Alberto disse che non potevo, perché sarei stata attaccata e non avrei più lavorato“. Un mondo di finzione, più ancora di quella recitata, dove le fantomatiche fidanzate si alternavano, nel letto di Garko, una via l’altra. Bellissime. Decisamente inventate.
E’ stato, quindi, il turno di Rosalinda Cannavò, alias Adua Del Vesco. L’inchiesta, paradossalmente, è partita proprio dalla testimonianza della ragazza, nel settembre del 2020. “Ho cominciato a soffrire di anoressia, in quanto Tarallo mi diceva di dover dimagrire, per poter svolgere il mio lavoro“. Si sarebbe esposta, per poi scoperchiare le carte, addirittura, riguardo ad una sorta di Setta Satanica. In realtà, dalle chat allegate all’informativa della Finanza, emerge una storia diversa: la Del Vesco veniva trattata dalla coppia, alla stregua di una figlia.
Infine, quel che rende tutto più malato… agghiacciante. La beauty coach dei vip, Brigitte Valesch, che seguiva Losito ed era diventata sua confidente, sciorina di riti di magia nera e invocazioni alla Luna. “Mi raccontò del suo ex fidanzato Sergio, suo grande amore. Mi disse che morì durante una loro conversazione telefonica, stroncato da un infarto“. Aveva paura che quella morte “potesse essere attribuita ai riti di magia nera, che Tarallo metteva in atto. Mi confidò che aveva assistito, in prima persona, a rituali di magia nera fatti in giardino, nella Villa“. E specifica: “Quando c’era la Luna piena, spesso si inginocchiava, per effettuare tutta una serie di invocazioni“.
Roba da mettere i brividi e che, se non fosse reale, scatenerebbe, per quanto paradossale, una grassa risata.
Non solo persone appartenenti al mondo dello spettacolo. La Finanza ha ascoltato anche il medico che, l’8 gennaio 2019, venne contattato, per constatare il decesso. Il corpo di Losito era già stato spostato sul letto. Lo sceneggiatore si sarebbe impiccato ad un termosifone, in bagno, “un po’ troppo basso per un ipotetico tentativo di impiccagione…“. Nonostante i “dubbi sulle modalità del decesso“, si fa notare, nessuna anomalia era stata riscontrata, all’epoca. E non è possibile fare accertamenti, dal momento che il cadavere è stato cremato.
L’informativa è stata depositata al Tribunale del Riesame, che dovrà decidere se confermare il sequestro di 5 milioni di euro, disposto a carico di Tarallo. Una contestazione che, per l’avvocato che assiste l’indagato, è basata su una relazione grafologica “infondata, grossolana e inveritiera“. Forse.
Di fatto, da chiarire rimane parecchio e se non fosse che si tratta di qualcosa che realmente è accaduta, sarebbe un copione possibile per un’ipotetica fiction. La migliore, magari, prodotta dalla Ares.
LEGGI ANCHE: Il coming out che fece incetta di pubblico
LEGGI ANCHE: La visione …di Manuela