La Festa della Vendemmia di Ica: vi presentiamo il Perù come non lo avete mai visto

La Festa della Vendemmia di Ica: vi presentiamo il Perù come non lo avete mai visto

Per chi di queste cose se ne intende, pensare al distretto di Ica, nell’area centro-meridionale del Perù, equivale a focalizzarsi su uno tra i fulcri vitivinicoli del Paese, capoluogo di un evento che, nel mese di Marzo, si ripete ogni anno.

Crocevia delle culture più disparate – ne sono testimonianza le enigmatiche linee di Nazca, il complesso archeologico La Centilena, memoria della Civiltà Chincha e la cittadella Inca di Tampo Colorado, a Pisco – è qui che si tiene, infatti, la Festa della vendemmia. Risultato, quest’ultima, delle svariate influenze che la regione ha incamerato, nel corso dei secoli.

TANTA STORIA…

E’ qui, inoltre, che ci si può imbattere negli innesti, originari dei vigneti portati dalle Isole Canarie da Francisco de Caravantes, nel XVI sec, stesso periodo in cui i primi schiavi africani vennero adoperarti, in guisa di forza lavoro, per coltivare i campi di canna da zucchero, cotone e, ovviamente, uva. Tradizioni, che si sono sommate a quelle locali, preesistenti, canonizzando un rito, ormai consueto ed assurto a ricorrenza Nazionale.

Un’esplosione di gioia, suoni, sapori, in cui non manca il complemento musicale, tra chitarre, cajòn e zapateo. In cui i concerti si contornano di degustazioni e parate. L’occasione, pure, tra riti e tradizioni del posto, per prendere confidenza con le cantine e le varie Haciendas, attraverso la Ruta del Pisco, l’itinerario, cioè, dedicato al distillato tanto ricercato da queste parti e tra le produzioni locali più richieste, anche all’estero.

Volendo approfondire, la parola d’ordine più ricorrente si traduce, allora, in varietà, determinata dall’incontro tra popoli e paesaggi differenti, a suffragio di un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore.

…PER NON PARLARE DELLA BIODIVERSITA’

Tre sono le Regioni: le Ande, la Costa del Pacifico e l’Amazzonia, in cui è facile rintracciare 39 ecosistemi e ben 32 climi, che ospitano i 70% della biodiversità dell’intero Pianeta. Dalla foresta secca equatoriale alle colline costiere, dal deserto del Pacifico alla zona andina, si contano 25.000 qualità di piante e si raggiunge il primato mondiale, per le 2.000 specie di pesci, il secondo posto per gli uccelli e il terzo per gli anfibi e i mammiferi.

E se Machu Picchu rimane il luogo iconico per eccellenza, sono in totale altri 12 i siti inseriti nella World Heritage List. Inoltre, si contano almeno 55 gruppi etnici e 14 famiglie linguistiche.

MILLE INFLUENZE PER ALTRETTANTE DISPARATE EMOZIONI

Ricchezza, che non poteva non riflettersi anche sulla gastronomia. Risente, questa, dell’influenza dettata dall’immigrazione spagnola, africana, cinese, giapponese e italiana.

Immancabili, poi, in una location in cui il rapporto tra uomo e natura è pressoché simbiotico, le attività che promuovono un turismo sostenibile. Le aree protette costituiscono l’epicentro per tour in bici, visite presso i punti archeologici più rinomati ed esperienze di soggiorno, in affinità con le comunità residenti, per vivere anche il momento della vacanza, secondo una dimensione, quanto il più possibile ‘reale’.

LEGGI ANCHE: Voglio viaggiare.. fino in Iran

LEGGI ANCHE: E se Roma si trovasse… in Spagna?