Vista Opéra… siamo a Parigi
Oggettivamente, preferirete lasciarvi baciare dai primi raggi del Sole, all’alba, invece di chiudere tapparelle, tende e infissi, prima di coricarvi. Oggettivamente, tremerete all’idea di frapporre uno schermo nero fra i vostri occhi e uno tra i panorami più romantici, potenti, spezza fiato di Francia. Oggettivamente, non troverete ragione alcuna per voler distogliere lo sguardo dai tetti dell’Opéra, mentre ogni millimetro del vostro corpo è avvolto da strati di cotone impalpabile, piumoni nuvola e cuscini a cascata, sul letto formato XXL della suite dell’hotel Chouchou.
Le camere-boutique sono, in tutto, 63, ma le tre suite a tema sanno rendersi desiderio formato trilocale, in puro stile francese. Dalle modanature al pavimento in parquet a spina di pesce, passando per gli arredi in velluto sontuoso; le piastrelle a scacchiera, in bagno; i lampadari a ghirlanda, i letti a baldacchino; i copripiumini in jersey, a righe sottili bianche e blu, da qui lo sguardo si misura direttamente con i cosiddetti angeli dell’Opéra, vale a dire le statue in bronzo dorato, poste alle estremità degli apici della facciata di Palais Garnier e raffiguranti l’Armonia e la Poesia.
E ancora, a sedurvi, pressoché diabolicamente – che Mefistofele agisce così, languido e impercettibile – ci saranno le lunghe vasche dalle tonalità latte; le sedie a dondolo in vimini, dove appoggiare un libro e l’accappatoio, mentre lasciate scorrere l’acqua calda e il vino rosso, dentro i calici.
Posizionate sul rooftop dell’hotel 4 stelle in 11 rue du Helder, le tre location rappresentano, tuttavia, non l’eccezione, ma la perfetta conclusione di una costruzione mentale, che comincia già nella hall.
Edith Piaf, Boris Vian e Serge Gainsbourg, del resto, si offrono a muse, in spazi in cui tutto sembra perfettamente scritto. Giradischi alla finestra; sofà in mezzo al salottino, circondato da librerie, alte fino al soffitto; colonne in vinili a perdi vista, fedeli alla storia di ogni chansonnier.
D’un tratto, siamo i protagonisti reali di quel che sanno raccontare i terrazzi più misteriosi della Ville lumière. E’ qui che si trovano le tre piscine, ognuna con la sua scenografia, in un’atmosfera a metà fra decandentismo e boudoir; ciascuna, con la possibilità di essere prenotata per eventi privati o rendez-vous intimi… Molto, molto intimi. E, poi, gli idromassaggi, nei quali sguazzare, finché la voglia di ostriche, camembert al forno filante, gallettes e bignè strabordanti di crema chantilly busserà, logica e inoppugnabile necessità, creata ad arte per soddisfare le papille gustative.
A tal proposito, il Bar Guinguette si presenta come una sorta di anti-ristorante. Un raccoglitore socio-gourmand, che simula un vero e proprio mercato locale, con lunghi tavoli sociali e il suo angolo La Mer à Boire, dove lasciarsi ingolosire da crudi di mare e bollicine freschissime; e La Grande Bouffe, per aperitivi e cene, dedicate alla cucina contemporanea, protagoniste le migliori materie prime di terra della regione.
A fine serata, le numerose stand up comedy sul palco de La Scène, dove maestri della risata più o meno emergenti si passano il microfono, dal giovedì alla domenica.
Prima di andare via, infine, alle spalle della reception, un mini shop di indie brand, dalla lingerie al lifestyle, vi sussurrerà: “portami via con te!“. Consigliate, in tal senso, le candele dalle scritte maleducate, da regalare in caso di appuntamenti sotto la Tour Eiffel, terminati peggio di quel che ci si aspettava. Sì, succede. Sì, anche nella città dell’amore per antonomasia. Sì, che seppure ci chiederanno: “Com’era?“, potremo sempre rispondere: “Straordinario!”, giacché, a marchiarci il cuore, rimarrà il fascino malizioso e intrigante di un posto maledettamente bello.
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