In montagna, la gita è sicura se…
In primo luogo, l’abbigliamento. In seconda battuta, occorre pensare allo zaino, alla gestione del tempo, all’attenzione per il meteo, fino alle indicazioni da seguire, lungo l’intero percorso. Insomma, i criteri per una gita sicura, in montagna, pochi ma fondamentali, rappresentano lo spartiacque tra una vacanza riuscita e un’esperienza, da dimenticare. Il primissimo consiglio, dunque, al riguardo, è bando all’improvvisazione.
E, certo, esistono una serie di regole d’oro – chiamiamole pure così – a cui fare appello. Ad esempio, secondo quanto spiegano gli esperti, “indossare un abbigliamento idoneo e scarpe adatte; consultare le previsioni meteo; studiare e seguire il percorso scelto e mai sopravvalutare le proprie capacità“. Dettami semplici, elementari, intuitivi, eppure, spesso, ignorati, soprattutto da chi, neofita, non possiede gli strumenti, né le cognizioni, per valutare le eventuali possibili conseguenze.
Senza fare allarmismi, nel 2019, classificato come l’anno nero delle disavventure in alta quota, raccontano i dati del Cnsas – Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico – le montagne italiane hanno registrato circa 10 mila incidenti e 446 decessi. 4.415, nel totale, i casi registrati, soprattutto in estate, di eventi avversi, legati alle escursioni.
Non solo. Ai numeri si affiancano le immagini. Una vera e propria galleria degli errori – tra scarpe da tennis, abbigliamento troppo leggero e zaini vuoti – che narra della diffusa superficialità, tipica degli avventurieri dell’ultima ora. “Non c’è guida alpina che non ripeta, fino allo sfinimento, che qualsiasi escursione non può essere presa sottogamba. Ma bisogna ancora lavorare molto, perché tutti comprendano davvero quanti rischi sono nascosti dietro banali disattenzioni“.
Si comincia da qui…
Per gli operatori, il principio guida resta immutato: informare, per promuovere la prevenzione. Giacché, per evitare il peggio, talvolta, basta davvero poco. Per questo, l’Azienda per il Turismo della Val di Sole ha sviluppato una campagna di comunicazione, in grado di illustrare ai turisti quel che è necessario fare. Comportamenti, che presuppongono la corretta valutazione del percorso, che parte dalla scelta di ciò che meglio e più si adatta alle proprie capacità e conoscenze.
Ecco, per conseguenza, la configurazione di un decalogo, la cui prima nozione prevede l’informazione preventiva riguardo alle condizioni atmosferiche, fattore in assoluto più critico, per ogni escursionista. A questa, per conseguenza, ne seguono – inevitabilmente – delle altre. La variabilità del meteo impone, quindi, la selezione di un vestiario idoneo all’impresa. Pantaloni lunghi e giacca impermeabile saranno, pertanto, immancabili, accompagnati da cappellino e occhiali da sole, berretto e guanti; come, pure, le irrinunciabili scarpe da trekking, adatte alle caratteristiche dei diversi terreni.
Mai, poi, abbassare la guardia, soprattutto al ritorno, quando stanchezza e discesa potrebbero favorire la distrazione.
Come mettere nello zaino
Assai importante è la valutazione di cosa portare. Soluzione: solo ciò che serve. Una borsa eccessivamente pesante regalerà una dose superflua di fatica. Diversamente, se semivuota, rappresenterà un pericolo.
Ci sono, da considerare, anche gli alimenti: zuccheri, cioccolato, frutta secca; gli strumenti tecnologici: telefono cellulare, navigatore, powerbank e sufficiente acqua.
Prima di partire – inoltre – occorre informarsi sulla presenza di fonti idriche potabili, lungo l’itinerario. Stabilire, almeno potenzialmente, a priori, l’orario di partenza e di arrivo, tenendo conto delle ore di luce e calcolando il tempo, in base ai propri ritmi.
Mai procedere con troppa fretta, rischiando, nel caso, di consumare le energie rapidamente.
Il buon escursionista è anche colui che prende in considerazione il proprio stato di forma, cercando di prepararsi al meglio e gestendo allenamento, sonno e alimentazione, senza chiedere a se stesso più del dovuto.
Seguire le indicazioni lungo i sentieri, senza mai abbandonare il percorso segnalato dai cartelli – ricchi di informazioni utili e pensati per indirizzare sempre lungo la via più sicura – deve, naturalmente, essere il faro guida. Camminare in gruppo, anche nelle migliori delle ipotesi, garantisce maggiore sicurezza.
Per qualsiasi dubbio, infine, è bene rivolgersi a chi ne sa di più e conosce a fondo l’area di riferimento. Le guide abilitate sono a disposizione, proprio per offrire l’esperienza migliore, lontano da rischi ed imprudenze, figlie, magari, dell’improvvisazione.
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