Incendiario, sì. Eppure, è tutto da bere

Incendiario, sì. Eppure, è tutto da bere


Mettiamola così: “anche l’occhio vuole la sua parte!”, Dunque, molti drink, prima ancora di berli, ce li gustiamo con la vista, sorpresi dal piacere che ricaviamo, anche solo suggestionandoci, attraverso gli occhi.

Prendiamo, ad esempio, in esame il B-52, che rientra perfettamente nella categoria. Un multi strato colorato, con tanto di fiamme sulla sommità. Un mix, senza dubbio intrigante, che vanta il privilegio di poter essere ordinato in qualsiasi ora del giorno, anche se, nelle vesti di after dinner o in accompagnamento ai dolci riserva il meglio di sé…

Partiamo dal racconto della sua storia… Come spesso accade, tracciarne le coordinate, in tal senso, non è impresa semplice. Sappiamo, tuttavia, che è nato negli Stati Uniti, secondo alcune fonti, partorito dal talento di Adam Honigman, un barman del Maxwell’s Plum Bar di New York City, a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. 

Altri, ne identificano la patria nel ristorante Alice’s in California, in quel di Malibù, per volontà di… un ignoto. Esiste, poi, la teoria secondo la quale l’originale vada ricercata in Canada. Duplice, anche in questo caso, la tesi. Chi attribuisce la creazione a Peter Fich del Banff Spring Hotel di Banff, proselite dell’omonima rock band, creata nel 1976. Chi pensa, invece, che l’idea sia merito di uno tra gli avventori del posto, che sarebbe rimasto talmente colpito dall’esplosivo preparato, da decidere – nell’immanente – di inserirlo nelle liste dei personali locali, proprietà in possesso a Calgary.

Di fatto, c’è pure la questione del nome… che va rintracciato – riguardo all’argomento siamo quasi certi – nel look stesso della bevanda simile, in tutto e per tutto, all’omonimo e altrettanto rinomato aereo da bombardamento statunitense, impiegato durante la guerra in Vietnam, per sganciare bombe incendiarie al napalm sul suolo asiatico.

LA RICETTA

Come si prepara? E’ presto detto. Occorre giusto quel tanto di manualità, affinché gli strati rimangano ben distinti, sia nel sapore che nell’aspetto, evitando di sovrapporsi. Procuratevi, pertanto, liquore al caffècrema di whiskey e Grand Marnier.

A questo punto, prendete un bicchierino da shot e versate, come primo ingrediente, 2 cl di liquore al caffè; poi, altrettanto di crema di whisky; infine, il Grand Marnier, in uguale quantità. Per il tocco finale – e decisamente scenografico – incendiate il Grand Marnier. Ricordate, però, che non è previsto, in linea ufficiale.

Se, ancora, siete in cerca di varianti, c’è, ad esempio, la B-52 nel deserto (che prevede Tequila, al posto della crema di whisky); il B-53 (con l’aggiunta di Vodka); il B-54 (con Amaretto) e il B-57, dove la Sambuca e il Triple Sec fanno da inediti protagonisti.

Un’ultima notazione: la versione classica richiede – come accennato – il caratteristico bicchierino da shot ma, in Italia, si adopera, spesso, la coppetta da cocktail. In ogni caso, si sconsiglia l’utilizzo di contenitori larghi. Non esercitano la medesima fascinazione…

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