Michael: re del Pop, inaspettato Signore… del plagio?
Era già accaduto. La diatriba era durata per anni e, alla fine, si era conclusa con un ‘nulla di fatto’. Una Cassazione mai avvenuta, per via di un accordo riservato tra Al Bano e Michael Jackson. Con buona pace de I cigni di Balaka, pezzo ‘non‘ copiato, diversamente da quanto paventato dall’artista pugliese, per comporre le note di Will You Be There.
Ebbene, a quanto pare, per la Star statunitense, seppur passata a miglior vita, non c’è pace. La controversia, infatti, si ripete. Tre canzoni hanno sollevato una serie di dubbi, riguardo alla loro autenticità. Sono state perciò rimosse dai servizi streaming, dopo insistenti chiacchiere, circa la possibilità che la voce registrata non fosse, in realtà, quella originale.
Sotto accusa, per l’occasione – Monster, Keep Your Head Up e Breaking News, brani presenti nella compilation postuma Michael, uscita nel 2010.
Le tre melodie sono state oggetto di una causa intentata, in tribunale, da un fan. In pratica, l’ugola d’oro sarebbe stata sostituita da quella di un turnista. Pronti a far chiarezza, Sony Music e gli eredi, che avrebbero solertemente avviato l’unica manovra possibile, in circostanze del genere. “E’ il modo più semplice e migliore – hanno prontamente dichiarato – per andare oltre il chiacchiericcio associato a queste tracce, una volta per tutte“.
“L’attenzione, così, rimane sugli entusiasmanti progetti, nuovi ed esistenti, che celebrano l’eredità di Michael Jackson“, incluso il musical di Broadway MJ e un film biografico, recentemente annunciato. “Le tracce rimanenti dell’album rimangono disponibili“, hanno, poi, concluso i ‘nostri’. “Nulla dovrebbe essere letto, in questa azione, in relazione all’autenticità delle tracce. E’ solo il momento di andare oltre la distrazione che le circonda“.
Pubblicato nel 2010, si tratta del primo album di outtakes e musica inedita, ma c’è da dire che le prime avvisaglie, già si erano fatte sentire. “Ho cercato così tanto di prevenire questa follia, ma non mi hanno ascoltato“, ha twittato il nipote di Jackson, Taryll. “Non suona come lui“, ha rincarato la dose La Toya.
La Major musicale, dal canto suo, ha controbattuto con una dichiarazione, pregna di assicurazioni, satura di convincimenti… Stando alla versione ufficiale, Jackson scrisse i brani e li registrò, assecondato dal team di produzione di Edward Cascio e James Porte, nel 2007. Tuttavia, poco dopo, iniziò a serpeggiare l’idea che il vocalist – per la ricorrenza – fosse stato tale Jason Malachi, che, in effetti, non tardò ad arrogarsi il merito di cotanta impresa. Legittimo o meno, non è dato sapere. Un falso, stando al suo Manager.
Tant’è. Ci sono miti destinati a non spegnersi. La stella di Michael è, per sorte, volutamente sempre accesa. Che se ne parli, nel bene o nel male, brilla lì, alta nel cielo e ci costringe a tenere gli occhi ancora alzati, puntati lassù, nella speranza di avvistarlo, mentre – ancora una volta – ci incanta, ci seduce e ci spinge a sognare… giustificandogli tutto e di più, proprio come accadeva quando era qui. Angelo o Demone, questa poi, è un’altra faccenda…
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