Il Ragno delle Banane: questa sì che è nuova… o forse no!
Aracnofobici di tutto il modo unitevi… e sentite questa. C’era una volta, il ragno delle Banane, tra i più pericolosi esemplari al mondo e dall’aspetto certamente inquietante. Lungo fino a quindici centimetri e ricoperto da peluria, si insinua nei caschi del ‘frutto… dell’amore’, nelle scarpe, persino negli armadi e quando decide di passare all’attacco, il suo morso è doloroso e tossico.
Una manovra che, come dirette conseguenze, provoca tremori, tachicardia, vomito. In taluni casi, addirittura, morte, ma anche – pensate un po’ – priapismo, tanto che c’è chi sta pensando di estrarre dal suo veleno una cura contro l’impotenza.
Il cefalotorace ovale, di colore bruno, presenta – nel dettaglio – una scanalatura mediana nera e un opistosoma, percorso verticalmente da due linee più chiare. Gli occhi, otto e sporgenti, sono disposti su tre file, con una sequenza 2-4-2; mentre l’apparato boccale – composto da tre denti superiori e cinque inferiori, di colore rosso intenso – si infuoca ancor di più, in presenza di minacce e/o pericoli. Si caratterizza, poi, il ‘nostro’, per i tipici pedipalpi, serie di appendici nere, con finalità tattili. Lungo le zampe, invece, piuttosto affusolate, sono presenti scopulae. Il ventre, infine, è giallognolo.
Ciò premesso, possiamo, per fortuna, tirare un sospiro di sollievo. Non abbiamo a che fare – va detto – con un esemplare, ricorrente in Europa. Se ne riscontra, sovente, la presenza in Brasile, nonostante sia stato avvistato anche in Argentina, Uruguay e Paraguay. Predilige, difatti, le zone umide – vd. la foresta Amazzonica o quella Atlantica – e tende a costruire le proprie tane, come accennavamo, tra le piantagioni di banane.
Ebbene, sappiate che il suo veleno è potentissimo. Da più di un esperimento si è constato che ne sono sufficienti 0,006 mg nelle vene o 0,134 mg sotto pelle, per uccidere un topo di 20 grammi. Le sue tossine causano la depolarizzazione delle fibre muscolari e il rilascio di acetilcolina e catecolamina, generando contrazioni involontarie dei muscoli, tachicardia, vomito, shock anafilattico e formicolii generalizzati.
Fortunatamente, nel 1993 è stato sviluppato un antidoto, assai efficace. E va specificato, pure, che non sempre il ragno è intenzionato ad uccidere. Al contrario, un terzo dei morsi è dry bite, ovvero privo di sostanze tossiche.
Qualora, tuttavia, vi dovesse succedere di incappare nel famigerato animale, il consiglio è quello di rimanere fermi, evitando mosse brusche e mantenere la calma. Se non minacciata, la specie, con tutta probabilità, si limiterà ad allontanarsi dalla vostra portata. In ogni caso, la posizione di attacco è elementare da individuare: le zampe anteriori – cioè – vengono sollevate, in modo che non vi siano ostacoli tra i cheliceri e la carne della vittima.
Una volta feriti, si aprono due possibilità. Se la puntura non dovesse risultare dolorosa, ci si può tranquillizzare. Diversamente, occorre recarsi, nell’immediato, presso il Pronto Soccorso più vicino o, in alternativa, chiamare l’ambulanza. Saranno gli infermieri a trarre le personali valutazioni e, se opportuno, provvedere alla soluzione più adeguata.
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