Benvenuti alla fiera dei mostri e della vanità…

Benvenuti alla fiera dei mostri e della vanità…

Harvey Weinstein sarà ascoltato dalla più alta Corte di New York. Domanda d’appello, in merito alla condanna per stupro. L’intenzione, ovviamente, è che il caso venga riesaminato e la richiesta, finalmente – almeno stando al punto di vista dell’interessato – è stata accolta. Pensare che, dalla sentenza – pronunciata durante il processo del febbraio 2020, durante il quale all’ex produttore televisivo fu inflitta la pena di 23 anni di carcere – sono trascorsi già due inverni. 

Da Weistein…

All’età di 70 anni, era stato ritenuto colpevole – il nostro – di crimini sessuali di primo grado e stupro di terzo grado ed era ulteriormente ricorso in appello, vedendosi – tuttavia – respinta, quasi subito, la richiesta. L’uomo è stato condannato, nel dettaglio, per aver costretto ad un rapporto di sesso orale una sua assistente, nel 2006 e per aver violentato un’aspirante attrice, nel 2013.

Così, si ricomincia, per così dire e le prossime argomentazioni al cospetto dei giudici potrebbero avvenire, presumibilmente, l’anno prossimo. Stabiliranno se l’amante del Cinema – accezione a largo raggio – abbia ricevuto, o meno, un processo equo.

Siamo fiduciosi e grati, per questa rara opportunità“, ha reso noto l’ufficio stampa. “Sono così grato ai miei avvocati, per aver lavorato duramente e in maniera intelligente… Il loro duro sforzo mi aiuterà a dimostrare, infine, la mia innocenza“, ha garantito il magnate, in prima persona. Dunque, qualora tutto andasse… come deve, potrebbe tornare un uomo libero, su cauzione, entro la fine del prossimo anno. Grave assetto, quest’ultimo, al movimento #MeToo, nato sulla scia dei fatti venuti alla luce, a partire dall’ottobre 2017.  

Weinstein si trova, attualmente, in custodia presso il Twin Towers Correctional Facility di Los Angeles, in California, in attesa di processo per ulteriori accuse di aggressione e, per un ‘mostro’ che va, uno viene…

…a Ratray

Rimangono aperti, difatti, i guai giudiziari, anche per Devin Ratray. L’attore – 45 anni, che nel celebre Mamma ho perso l’aereo interpretò il ruolo del fratello maggiore di Macaulay Culkin – era precedentemente stato arrestato, nel mese di dicembre, per violenza domestica, percosse e tentato strangolamento, nei confronti della compagna. Ora, ancor peggio, è accusato di stupro da parte di una donna, tale Lisa Smith, per fatti che sarebbe avvenuti, anch’essi, guardo caso, nel 2017. 

Dunque, la presunta vittima – il condizionale, del resto, in certe situazioni è d’obbligo – avrebbe raccontato di essere stata drogata, grazie ad una sostanza inserita in un drink. “Ricordo di essermi svegliata, ma non riuscivo a muovermi. Non potevo davvero aprire gli occhi, ma potevo sentire cosa stesse succedendo“. Accuse, totalmente respinte dalla controparte. “Non abbiamo fatto sesso“, ha dichiarato, dal canto suo, l’interprete.

La Smith non aveva denunciato la violenza nell’immediato, ma solo in seguito, trascorse alcune settimane. Ad ascoltarla, nello Utah, dove viveva, un detective della polizia di New York che, però, secondo il racconto della donna, non avrebbe compilato correttamente il rapporto, scrivendo che la vittima non era intenzionata a sporgere denuncia. Un secondo colloquio, lo aveva avuto, poi, con il procuratore distrettuale di Manhattan, a seguito del quale – tuttavia – non aveva più avuto notizie. Fino a quando, a un anno di distanza, aveva ritrovato gli abiti che indossava la notte in causa e li ha inviati alla polizia, senza mai – va detto – ricevere riscontro.

LEGGI ANCHE: Coronavirus: Harvey Weinstein positivo. In isolamento in carcere

LEGGI ANCHE: ‘Sex offender’: in manette l’ex fidanzata di Jeffrey Epstein