Pizza: non ve ne perdete nemmeno una…

Pizza: non ve ne perdete nemmeno una…

Riesce a mettere tutti d’accordo. Di sicuro, ci riesce, se si tratta di noi Italiani. Specifichiamo, per gli abitanti dello Stivale cucinarla, o anche solo assaporarla, corrisponde ad una vera e propria Arte. Di più, anzi. Alle volte, equivale ad una religione, da seguire anche quando, con intenzioni innovative e dissacranti, si fanno avanti i più talentuosi Chef stellati.

Pertanto, impasti e farciture si rinnovano o, almeno, tentano di farlo… Il punto è che l’essenza di questo piatto – cari Noi – non cambia e non si cambia. E un po’ tutti, a forza di mangiare Pizza, che di questo stiamo dissertando, finiamo – almeno in parte – per sentirci Santoni, fini conoscitori dell’argomento. Vero?

Siamo sicuri, allora, di sapere proprio tutto?

Sentite qui…
  • La ricetta è assurta a Patrimonio immateriale dell’Unesco, nel 2017. Ad voler esser precisi, lo è diventata l’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano. C’è, però, pur sempre da considerare il fatto che, senza l’oggetto principe, il patrimonio sopra citato non avrebbe ragion di esistere

La nascita della rinomata pietanza (nella versione più comune) viene universalmente ricondotta alla visita, a Napoli, del Re d’Italia, datata1889. Umberto I e la di Lui consorte – Margherita – sarebbero, in sostanza, stati omaggiati da tale Ernesto Esposito, miglior pizzaiolo di Napoli. Gli ingredienti scelti si ispiravano ai colori della bandiera: pomodoro (rosso), mozzarella (bianco) e basilico (verde)

  • Ebbene, se esiste chi pensa che la Pizza sia stata inventata negli Stati Uniti – falsa leggenda – è pur vero che gli Americani, subito fan dell’inconfondibile sapore, ne sono diventati i più agguerriti promotori, facendone addirittura un business. La prima pizzeria venne aperta, difatti, a New York, da un emigrante italiano, Gennaro Lombardi, nel 1905
  • Mai sentito parlare di effetto pizza? Il fenomeno si configura, quando un elemento, proprio di una cultura, viene adottato da una seconda; quindi rielaborato, per poi tornare al punto d’origine, nella rinnovata versione, soppiantando il primo. Vi salta alla mente qualcosa…?
  • A Napoli, la si propone alla stregua di street food, da gustare a passeggio. A portafoglio (o a libretto), così viene indicata da queste parti. Ripiegata su se stessa, da mangiare comodamente, senza posate. Goloso di questa rilettura Bill Clinton, che la provò nel 1994, in occasione del G7
  • E-commerce? Oggi rappresenta un’abitudine ma, agli esordi, era visto con sospetto. Ebbene, sappiate che è nato proprio grazie alla Pizza. Nel 1994, a Santa Cruz, in California, la catena Pizza Hut creò una pagina web, affinché i clienti potessero ordinare il prodotto online. Una prima volta, indimenticabile. Del resto, specie all’estero, la ruota gigante da dividere in famiglia rimane pratica comune
  • In quanto, poi, al problema delle porzioni eque, Rick Mabry e Paul Deiermann, matematici dell’Università della Louisiana, nel loro studio The center of a sliced pizza pubblicato sulla rivista Mathematics Magazine giunsero alla conclusione che sia possibile mangiare tutti la medesima quantità, solo qualora uno dei tagli passi per il centro
  • Secondo una ricerca condotta dagli esperti dell’Università del Michigan, la pizza sarebbe l’alimento che maggiormente dà assuefazione, tanto da creare dipendenza. Il perché, è presto spiegato. Composta per lo più da carboidrati, grassi e sale, va a soddisfare l’Amigdala. Benché il concetto sia ribadito anche nella classifica della Yale Food Addiction Scale, esistono anche voci fuori dal coro. “La pizza, consumata nelle giuste quantità – massimo una volta a settimana – e inserita in un’alimentazione sana e bilanciata, può essere considerata un vero e proprio booster per l’umore
  • Il piatto è talmente rinomato, da attribuirle, in onore, ben due giornate. Esiste, difatti, la Giornata Mondiale della Pizza (17 gennaio) e il Pizza Day (9 febbraio)
  • Esiste una stampante 3D per pizza? Sappiate che sì. A progettarla, BeeHex, società spin off della NASA, che assicura che l’oggetto in esame sia in grado di sfornare una pizza fresca e fragrante in poco tempo, a base di pomodoro e mozzarella, invece delle cartucce d’inchiostro
  • Neppure il mondo dei videogiochi è esente dal suo fascino. Pizza Tycoon, Pizza ConnectionPizza Syndicate… gli affari, a tal proposito, sono numerosi. Ecco, il business su cui aveva puntato Sergey Brin verso la metà degli anni ’90 permetteva proprio, utilizzando il fax dei ristoranti, di ordinarla via internet
  • Pizza con l’ananas? Lo abbiamo già detto, un esperimento – probabilmente – non riuscito o, semmai, non del tutto. Nata in Canada, ad opera dell’immigrato greco Sam Panopoulos, “all’inizio non piaceva a nessuno“. Le cose, poi, cambiarono ma, per quanto riguarda l’Italia, è tutta un’altra storia…
  • Francesco Martucci è, da quattro anni consecutivi (2022), il pizzaiolo che prepara la miglior pizza d’Italia, secondo la classifica del 50 Top Pizza Awards. Per provare la sua creazione, ci si deve recare a Caserta e prenotare un tavolo da I Masanielli.
  • Secondo il Guinness dei primati, la pizza più cara in assoluto è stata pagata circa 2.700 dollari, nel 2017, presso Industry Kitchen, New York. Era condita con formaggio Stilton bianco, proveniente dal Regno Unito, foie gras e tartufi dalla Francia. Ancora, caviale Ossetra dal Mar Caspio, caviale Almas e foglie d’oro 24 carati.
  • Chiudiamo l’elenco delle curiosità con una leggenda, quella che vuole tale Laszlo Hanyecz, nel 2008, alle prese con un conto di due pizze a domicilio, pari a 10.000 bitcoin (circa 216.000 euro)
  • Ultimissima… Pizza e regole: due sono le fondamentali. Evitare di personalizzare troppo i condimenti, per non snaturarne la preparazione. In secondo luogo, smettere di curiosare nei piatti altrui

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