Jennet Devise e quel racconto horrorifico, che rivoluzionò il mondo

Jennet Devise e quel racconto horrorifico, che rivoluzionò il mondo

Una volta c’era Salem. Nel senso… è di questa località che la gente confabulava, in riferimento alle Streghe. Sul finire del XVII sec. non si parlava d’altro. I processi divennero talmente famosi, che ancora oggi se ne narra. Eppure, non tutti conoscono i fatti di Pendle. Lì si videro le stesse cose, se non di peggio.

Gran Bretagna… nera, chiamiamola così; raccontata per bocca dei bambini. Già, furono loro, pensate, a testimoniare. Un 1612 da ricordare, evidentemente.

Scalpore fece il fatto che l’intero dibattimento poggiasse sulle prove oculari fornite da una ragazzina, di soli nove anni. Così, quanti ritenuti colpevoli non poterono derogare al patibolo.

Vero, re Giacomo I era superstizioso. Del resto, con il suo trono cavalcava un’era di passaggio. L’Inghilterra, da troppo poco tempo, aveva traslocato le proprie credenze, abdicando al Cristianesimo, per rivolgersi, invece, alle idee protestanti. Un mondo, quello, che voleva respirare di moderno, ma non sembrava ancora pronto. Cioè… non abbastanza.

Nel nord, la contea del Lancashire era rimasta chiusa, restia ad adeguarsi ai costumi richiesti. Impenetrabile, come una fortezza ben custodita. Dunque, fu semplice far credere che, nel piccolo borgo di cui vi dicevo, praticassero riti satanici. Pendle Hill divenne famigerata.

Viveva, in paese, tale Jennet Device, una ragazzina, niente di più, che trascorreva le sue giornate accanto alla nonna Elizabeth. Nota, quest’ultima, come Demdike.

Malkin Tower, la loro abitazione, era, nonostante quel che il nome suggerisse, un edificio fatiscente, posto proprio sulla collina di Pendle.

Per far quadrare i conti, la famiglia si guadagnava da vivere, grazie ad una serie di espedienti: chiedeva l’elemosina in città, oppure accettava lavoretti saltuari. Niente di che. Dal canto suo, ‘Old Demdike‘ forniva il proprio contribuito agli introiti di casa, mettendo la propria esperienza a sussidio di chi lo richiedesse. Sorta di Strega Bianca, forniva, ad esempio, cure mediche elementari a chi non poteva permettersi un vero dottore. Allo stesso modo, spezzava maledizioni, eliminava il malocchio… in stretto confine con credulità e superstizione.

Jennet… vi dicevo, la giovane, insieme ad Alizon e James, rientrava nel novero dei nipoti. Figli, i tre, dell’unica erede dell’anziana signora. Uno spazio, il loro, compreso esclusivamente di femmine – o quasi – e, pertanto, malvisto. Per di più, Jennet, ultima nata, era illegittima. Considerati, i ragazzini, alla stregua di piccole maghe pagane sulla cui testa pendeva, loro malgrado, il pregiudizio.

Ebbene, l’8 marzo 1612 accadde. Incrociando, su una strada di campagna, un venditore ambulante, Alizon, la più grande, gli domandò alcuni spicci. L’uomo la congedò, senza voltarsi e proseguì il cammino. Lei lo maledisse, sottovoce e, pochi istanti dopo, lo vide cadere a terra, incapace di muoversi; persino di parlare.

Sulla base delle descrizioni riguardo alle condizioni dell’uomo, è assai probabile che avesse subito un ictus. Fatto sta, Alizon si convinse di essere colpevole, al punto tale da domandare perdono per la repentina malattia. Finì, evidentemente, nella mani sbagliate. L’incidente venne denunciato direttamente al magistrato. Roger Nowell era ambizioso e non si fece scappare l’occasione.

Interrogò la Device la quale, confusa, confessò di aver stregato il poveretto e di averlo quasi ucciso. Per la paura, finì per accusare di stregoneria anche i vicini, i quali, inevitabilmente, rimbalzarono la versione. Guerra tra poveri, che diede l’opportunità alla ‘legge’ di metter in atto una caccia alla streghe ‘per liberare la terra dal male‘.

Scusatemi, ma trattengo a stento l’ironia. Nel mese successivo, Alizon, Demdike e le donne Chattox furono arrestate. In seguito, la medesima sorte toccò ad Elisabeth, a James e a coloro che, dopo aver rubato una pecora, si scoprì avessero tenuto un raduno alla Malkin Tower il Venerdì Santo, quando i cittadini timorati di Dio avrebbero dovuto presentarsi in Chiesa.

20 persone, in totale, vennero rinchiuse nel castello di Lancaster, in attesa di giudizio.

Cosa avvenne, nei mesi successivi, non è chiaro. Pare che Jennet sia finita sotto l’egida di Nowell. In ogni caso, presto, sarebbe diventata la sua testimone principale. Il 18 agosto 1612 prese il via il dibattito.

Alizon, schiava dei personali tormenti, non fece nulla per difendersi. Nemmeno ci provò. In quanto alla nonna, Demdike era morta in cella. Troppo in là con gli anni per resistere agli stenti della detenzione. Sua madre, al contrario, rivendicò furiosamente la propria innocenza.

Tutto inutile, giacché, appena Jennet aprì bocca, la decisione si considerò già scritta. La piccola piangeva e, intanto, accusava, additava i parenti di scempi atroci… Addomesticata a dovere, sciorinava storie assurde. Sosteneva di aver visto lo spirito di sua madre trasferirsi in un cane, per poi compiere un omicidio. Ugualmente, dichiarò di aver assistito, mentre suo fratello uccideva tre persone.

Una testimonianza – secondo quanto riportano le carte – chiara, dettagliata, agghiacciante. Manipolata, stando alle ipotesi; unico percorso, per potersi salvare.

Le mostrarono, non paghi, una parata di prigionieri, chiedendole di indicare coloro che avevano partecipato al Raduno blasfemo. Risultato, furono condannate a morte 10 persone. Impiccati, tutti, compresi i parenti più vicini. Di Jennet, poi, si persero le tracce. C’è chi sostiene che sia stata adottata, ma non è questa la sola storia macabra…

Nel 1633, 22 anni dopo i fatti sopra citati, negli stessi un luoghi, Edmund Robinson raccontò ai genitori di star raccogliendo bacche, quando vide un cane trasformarsi in una strega. Quest’ultima, lo avrebbe, poi, condotto in un fienile pieno di figure malvage, intente a lanciare incantesimi. Scampato per un pelo avrebbe, quindi, fatto ritorno.

Ancora in questa occasione, si diede voce al bambino, che accuso dell’accaduto 20 individui, incarcerati nell’immanente. Tra costoro – immaginate – accusati di stregoneria, spiccava il nome di Jennet Device.

Il cappio, sulla sua testa, pendeva nuovamente. Scherzi della sorte, chissà. 17, alla fine, furono le condanne. Tuttavia, i tempi erano, nel frattempo, cambiati. Per il caso, si richiese il sussidio della Corte di Londra, perciò trascorsero mesi. Giorni e giorni, che Jennet visse, tra le medesime mura che avevano intrappolato, anni addietro, sua madre, sua nonna, i suoi fratelli…

Il ragazzo, ulteriormente interrogato, finì per ammettere le bugie e retrocedere dalle accuse e anzi, fece presente di come suo padre l’avesse usato, per ricattare i presunti colpevoli.

Una fortuna, per Jennet, che venne assolta.

Più tardi, i processi alle streghe di Salem, in Massachusetts, tracciarono un 1692 efferato. Anche qui, fonte di gran parte delle prove provenne dai bambini. Le dichiarazioni della stessa Jennet Device fecero storia, accreditando i minori come testimoni effettivi. In quante altre occasioni è successo.

È terrificante pensare al numero di donne, uomini… di tutte le età, finiti allo gogna, sulla base di… niente. Voci, sentiti dire… nulla. Dimenticavo… sì… Io sono una di loro.

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