Papillon… quanti passi hai fatto. Come corri verso il futuro…
Si racconta che sia nato nel XVII secolo, nel periodo della Guerra Prussiana, dall’esigenza dei mercenari Croati di adoperare una sciarpa, per tenere insieme la camicia intorno al collo. Outfit ripreso, in seguito, dall’alta borghesia francese, attribuendogli il nome di Cravats.
Papillon è, più strettamente, la traduzione francese del termine farfalla che, appunto, ne ripercorre la forma. Nel diciannovesimo e ventesimo secolo, l’accessorio ha individuato il proprio ruolo, fisso, nell’abbigliamento maschile professionale, utilizzato in particolar modo dai professori e dai professionisti e simbolo, al contempo, di un certo spirito intellettuale. Strano a dirsi, venne scelto e indossato anche dai pediatri, stavolta, per motivi di praticità: più corto della cravatta, si rendeva più arduo, per i bambini, da afferrare.
Nel corso degli anni, ha contraddistinto, peraltro, il look di politici di rilievo. Un esempio su tutti, sir Winston Churchill, che ‘senza’, mai sarebbe uscito da casa. Non solo, considerato simbolo di ribellione, fu osteggiato, addirittura, dal regime Fascista.
Ne hanno fatto un segno di distinguo Frank Sinatra, come pure l’agente più agente di tutti i tempi, 007.
Ad oggi, sono pochi gli accorgimenti a cui siamo in obbligo di sottostare, per quel che riguarda la moda. Tuttavia, per gli appassionati, i consigli ci sono e sono pure piuttosto utili.
Innanzi tutto, quando è meglio indossarlo?
Sicuramente, in virtù di un’occasione importante; un evento, insomma, oppure una celebrazione. Solitamente, in questi frangenti, il papillon si abbina, magari, ad uno smoking, spesso nella tradizionale combinazione del Blak & White. In questo caso, la versione in seta nera si adatta perfettamente alle circostanze. In alternativa, si può optare per il modello Marcella, in cotone bianco. Alcuni scelgono lo stile pre-annodato, ma l’altro, quello che richiede un minimo di applicazione, è di certo preferibile, più charmant.
In seta nera rimane – lo accennavamo – un classico, ma le proposizioni di personalità sono le più disparate. A pipistrello o alato – per dirne una – resta comunque elegante, ma mostra un tocco di carattere in più.
Ai matrimoni, sì o no?
La risposta è, generalmente, sì. Anzi, negli ultimi anni è diventato talmente di moda che, in molti, puntano su una tavolozza di colori, che si abbini al tema delle nozze.
E, poi, diciamocelo, è pratico. A differenza della cravatta, rimane fermo proprio laddove lo si posiziona. Nella rivisitazione ‘da lavoro’, la strada è aperta ad osare con tinte e tessuti e, perché no, nella rilettura in tweed. Di stile, se in accompagno al fazzoletto da taschino, la cintura, le bretelle o i gemelli.
Riassumendo…
Esistono 3 diverse tipologie:
- A farfalla: classici, con i due lati più alti del nodo. La misura varia tra i 6 e i 7 cm, nei due bordi
- A punta di diamante: con i due lembi a punta, invece che dritti. In questo caso, l’altezza è minore e nei punti più ampi si aggira intorno ai 4-5 cm.
- Ad ali di pipistrello: simile al primo è, ciò nonostante, meno alto. In sostanza, fra il nodo e i lembi c’è meno disparità. Raro, è meno probabile da reperire nei negozi
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