Addio all’angelo ‘azzurro’ delle passerelle
Pensare che era una vera e propria icona. Il simbolo europeo – riconosciuto, secondo parere unanime – ‘di cosa è chic‘ e, in questa stagione di lutti, in cui perdiamo persone, prima ancora che personaggi, ultimo, tra i numerosi, Gianluca Vialli, se ne va anche lei.
Può darsi che i non addetti al settore, o i più giovani, nel sentir pronunciare il nome di Tatjana Patitz, non abbiano alcun sussulto. Ma per i seguaci della moda e anche per chi gli anni ’90 li ha cavalcati, sin nel cuore, l’accadimento non riesce a rimanere indifferente.
Sorta di novella Marlene Dietrich, era, infatti, annoverata tra le Top del fashion system. Ha cavalcato, insomma, selezionata a far parte della sceltissima casta di Gianni Versace, il meglio degli anni ‘da bere‘ e oltre. E, adesso, ci abbandona, anche lei, a soli 56 anni. Lo rende noto, al mondo, Vogue America, tramite comunicato ufficiale. Ignota, al momento, la causa del decesso.
Di fatto, di strada ne aveva fatta e parecchia, la super modella, da quando, all’età di 17 anni, aveva iniziato a posare. Madre estone, padre tedesco, Lei, cresciuta in Svezia. Un mix scoppiettante, che l’aveva immediatamente catapultata sulle copertine più rinomate. Un po’ Monica Vitti, un po’ Romy Schneider, secondo chi, evidentemente, la conosceva bene…
Già, giacché Tatjana, oltre che bellissima, era riservata. L’ex diva delle passerelle preferiva – giusto per fare un esempio – il suo ranch in California, alle capitali rinomate. Lontana dall’afflato glamour di New York, Londra, Parigi, aveva scelto, come dimora, la Santa Ynez Valley dove Peter Lindbergh, suo mentore fin dagli esordi, l’aveva fotografata, accanto al figlio Jonah.
Strane le coincidenze, proprio assieme a Jonah, la sua ultima immagine, scattata da Tina Barney alla fine del 2019.
Tutto era iniziato, invece, tanto tempo prima, nel 1983, grazie alla partecipazione al concorso di Elite Model, in quel di Stoccolma. Poco importa che sia arrivata terza. Nel giro di un anno, eccola presenziare le sfilate dei designer più illustri: Azzedine Alaïa, Helmut Lang, Jil Sander, Dolce & Gabbana, Versace, Valentino, Donna Karan, Todd Oldham, Comme des Garçons, Karl Lagerfeld, Chanel.
Non sono mancate – pressochè ovvio – le campagne pubblicitarie: Revlon, Dupont Carpets e Ralph Lauren restano tuttora nella memoria, né le parti, recitate, in alcune pellicole cinematografiche. Quella in Sol levante (1993) rimane ancora intatta nella mente.
Se, poi, tutto questo ancora non dovesse bastare, allora ci pensano, a lasciarcela dentro, i pochi frame incisi nel videoclip firmato dal compianto, a sua volta, George Michael, che la volle tra le cinque prescelte per Freedom ’90, al fianco di Cindy Crawford, Christy Turlington, Linda Evangelista e Naomi Campbell.
Sensuale, conturbante, unica.
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