Roscioli: quando la genuinità vola persino Oltre Oceano
Quando si dice… italianità all’estero. E’ recente la notizia della chiusura del Noma di Copenaghen e, altrettanto, la presa d’atto dell’apertura di uno storico forno, tutto nostrano, in quel di NewYork.
Se il primo, infatti, è destinato, secondo la volontà dello stesso proprietario, Renè Redzepi, a trasformarsi in una sorta di LAB – una cucina sperimentale, per cibi da vendere on line.
Stiamo parlando – fate bene attenzione – di un Tre stelle Michelin, in cui un pasto costa attorno ai 500 dollari e con richieste di prenotazioni, lievitate fino a 100 mila al mese, per uno spazio di soli 40 posti. Insomma, il miglior ristorante al mondo che, ora, abbassa la clare. O meglio, cambia volto.
“E’ strano, ma so anche che è la cosa giusta da fare“.
Dall’altra parte c’è, invece, l’antico Forno Roscioli, datato 1972, pronto, a metà del 2023, ad ampliare i suoi orizzonti e aprire la prima sede all’estero, nel quartiere di Soho. Il progetto è ambizioso, considerando che si tratta della Grande Mela, ma i presupposti ci sono tutti.
“E’, per noi, un passo importante“, asseriscono i diretti interessati. “Andremo a creare un locale nuovo, in grado di parlare il nostro linguaggio, all’estero. Il know-how acquisito in questi 50 anni di attività ci permette di mantenere la nostra identità, anche fuori da casa. La conoscenza delle materie prime, il rapporto con i fornitori, la gestione dei prodotti è, per noi, un modo di lavorare, consolidato da anni di esperienza e di pratica. Tutto questo si ritroverà, senza dubbio, anche a New York“.
Si tratterà, nel dettaglio, di uno spazio polifunzionale – secondo le aspettative – con una sezione dedicata alla gastronomia, l’area degustazione, il bancone e la cantina, con l’esplorazione culturale del mondo del vino. Né mancheranno i prodotti più richiesti, come l’evergreen: l’intramontabile pizza bianca con la mortadella, tanto amata dai cittadini romani… e non solo.
Il locale verrà aperto, anche grazie alla partnership con l’americana Ariel Arce, proprietaria di un altro famoso ristorante del posto.
Intanto, per chi non avesse modo di viaggiare, a due passi da Campo de’ fiori, l’originale non tradisce. Di generazione in generazione, c’è pure la salumeria, in Via dei Giubbonari; il bar, in Piazza Benedetto Cairoli e il ristorante, in via del Conservatorio.
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