Dieta Pegan: quella via di mezzo tra paleolitica e vegana
Non è vegana (almeno, non completamente). Non è neppure paleolitica. Eppure, non solo, già da un po’, è sulla bocca di molti ma, addirittura, è caldeggiata dalle Star, più accese proseliti della forma perfetta e, soprattutto, salutiste.
Dubbiosi? Pare che l’autore, tale Mark Hymannel, ne abbia esteso i benefici fin nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. Più di così! Secondo il ricercatore statunitense, infatti, il regime alimentare in questione incentiverebbe un tipo di nutrimento, sostenibile ed etico.
Eccola, dunque, la Dieta Pegan, introdotta, per la prima volta, nel 2015, che ‘ruba’, per così dire, i suoi principi ad altre due, altrettanto gettonate e ne fa un matrimonio riuscito, funzionale, rivolto ai seguaci dello ‘stare bene’.
Dunque, verdure, frutta, noci, pesce e carne, escludendo cereali, zucchero, legumi, oli, sale, alcol e caffè per la prima; quella, cioè, che prende le mosse da abitudini di oltre duemila anni fa. L’altra, invece, quella a base vegetale, prevede la rinuncia a carne, pesce, uova, formaggio, yogurt e miele.
Chi aderisce al peganesimo si trova, in tal senso, a mezza via e punta le sue scelte sui cibi integrali.
Bando ai processati, ai lavorati, ai confezionati, in sintesi, per fare largo a frutta e verdura, in gran quantità. Circa il 75% dell’apporto calorico dovrebbe arrivare proprio da qui: verdure a basso indice glicemico e non amidacee. Le proteine (25%), vissute come un contorno si ricaveranno da lenticchie, frutta secca e semi. Carne, pollame e uova andranno rigidamente selezionati: solo da animali nutriti ad erba e provenienti da allevamenti sostenibili. Pesce? Sì, ma ricco di Omega-3: sardine, aringhe, acciughe. Semi d lino, noci, olio extravergine di oliva saranno propedeutici dei cosiddetti ‘grassi buoni’.
Pollice verso, al contrario, per latte, yogurt, burro e formaggio, in special modo vaccino. Consentito il latte di capra e di pecora, in dosi ridotte. Anche lo zucchero va consumato con parsimonia. I dolci, improrogabilmente, vanno evitati.
No, allo stesso modo, pure ad olio di colza, di girasole, di mais e sale, così come a quanto contiene additivi artificiali. Vitamine, sali minerali, fibre, calcio, acido folico si ricavano dalle colture biologiche e di alta qualità, che attengono a frutta e verdura.
Certo, le restrizioni sono diverse e, talvolta, perentorie, ma è vero che, di contro, si può contare su una consistente perdita di peso ( per chi lo stabilisse come obiettivo), nonché su un impatto positivo, nei confronti del cuore.
Il monito è, allora, ancora in questa occasione, al buon senso. Regola aurea, quando si vuole portare a casa il risultato.
Riflettere, ad esempio, sul fatto che ridurre latticini e carboidrati è un conto. E’ utile – per dirne una – nel contravvenire alle infiammazioni. Diversamente, eliminandoli del tutto si rischia di incorrere in una carenza di nutrienti, con conseguenze niente affatto felici. Come a dire: tanta fatica per nulla!
Un approccio sensato, costante ma graduale e dove siano compresi sgarri ed eventuali eccezioni conduce a risultati permanenti, affidabili, duraturi, secondo una politica in cui, al primo posto, c’è – intoccabile – quel che, in molti, definiscono ‘il meglio’.
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